Il Governo si è impegnato a chiedere un incontro al ceo di Alcatel-Lucent, Michel Combes, e di organizzare la riunione già nei prossimi giorni. Fino a quella data, e alla nuova convocazione del tavolo con le parti sociali al Mise prevista per la fine di febbraio, è stato chiesto all’azienda di non procedere con iniziative unilaterali rispetto ai 586 esuberi annunciati per l’Italia, e ai licenziamenti rimanenti che risalgono alla ristrutturazione dello scorso anno, che porterebbero il numero totale a circa 600 lavoratori.
Sono queste le novità principali emerse dall’incontro di oggi al ministero dello Sviluppo economico tra i vertici italiani dell’azienda, il sottosegretario Claudio De Vincenti e i rappresentanti delle organizzazioni sindacali.
Durante la riunione si è parlato anche dell’eventualità, che era circolata con insistenza nelle ultime settimane, della cessione di una parte del ramo optics, che potrebbe consentire a circa 300 lavoratori a mantenere il proprio posto di lavoro. Su questo aspetto i vertici di Alcatel Lucent avrebbero ammesso di aver già ricevuto offerte, anche se non ancora soddisfacenti perché non rispettano i punti posti come fondamentali per trovare un accordo. Così avrebbero chiesto ancora tempo per approfondire la questione ed eventualmente trovare anche nuovi partner che rendano possibile l’operazione. Tra le condizioni poste dall’azienda ci sarebbe la necessità che il nuovo partner sia in grado di garantire l’assistenza per i contratti già in vigore, sia in grado di assicurare la continuità delle attività e produca progetti affidabili ed economicamente sostenibili, e che non crei concorrenza ad Alcatel-Lucent nei settori che rimarranno di competenza della multinazionale.
Il Governo da parte sua ha dato la propria disponibilità ad approfondire il tema degli investimenti previsti per l’agenda digitale con una riunione specifica che coinvolga anche i tecnici del commissario di Governo per l’Agenda digitale. Una parte di questi investimenti, infatti, potrebbe interessare direttamente i campi di attività di Alcatel-Lucent e portarla a considerare l’opportunità di modificare i propri piani per l’Italia.
Dal canto suo l’azienda ha già dimostrato, in Francia, di essere disponibile al confronto e anche, in presenza di argomentazioni valide, a limare e rivedere al ribasso le cifre dello shift plan. Se la prospettiva di una cessione di una parte dell’optics dovesse dimostrarsi percorribile, l’ipotesi sul tavolo per gli altri circa 300 lavoratori in esubero potrebbe essere quella della cassa integrazione straordinaria.
“Siamo assolutamente contrari ai licenziamenti – afferma Giuseppe Ricci, coordinatore nazionale Fim-Cisl per la vertenza Alcatel-Lucent – il punto fondamentale di questa trattativa è la salvaguardia dei livelli occupazionali nel quadro di una soluzione sostenibile. Il tempo che rimane a disposizione fino al prossimo incontro sarà utile per approfondire la questione e trovare una soluzione condivisa, grazie anche all’impegno del Governo”.
“Siamo molto preoccupati per la piega che stanno prendendo le cose – afferma Fabrizio Potetti, coordinatore nazionale Fiom-Cgil per questa vertenza – Chiediamo al Governo di accelerare nella ricerca di una soluzione, perché quello di ricerca e sviluppo è un settore che più resta sospeso e più perde valore sul mercato. E infine il nostro giudizio è negativo sui piani dell’azienda nella nostra area geografica. Le questione non si può dividere in due in questo modo, disperdere una parte delle competenze e dell’occupazione”.