IL RAPPORTO

Banda larga, Caio: “Bene piani telco, ma serve controllo del governo”

Mister Agenda digitale presenta il rapporto sulle Tlc: “In tre anni 30 Mb per il 50% della popolazione, mancano progetti operativi per la banda ultralarga”. E avverte: “Senza un monitoraggio continuo di Palazzo Chigi a rischio gli obiettivi europei”

Pubblicato il 30 Gen 2014

Federica Meta

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I piani analizzati giustificano un cauto ottimismo sullo sviluppo e penetrazione della banda larga e ultra larga in Italia. È quanto emerge dal rapporto Caio sulla banda larga, presentato oggi a Palazzo Chigi alla presenza del presidente del Consiglio, Enrico Letta.

“Gli operatori hanno piani concreti per raggiungere l’obiettivo di copertura del 50% circa della popolazione con tecnologia FttCab/Vdsl2 entro il 2017 circa – ha evidenziato Francesco Caio – A differenza di piani annunciati in passato quelli esaminati sono già in attuazione. Date le caratteristiche favorevoli della rete italiana (struttura della rete con sub-loop in rame corti, 300 m in media), i piani prevedono di erogare una banda superiore ai 30 Mbps, in linea con i requisiti degli obiettivi della Digital Agenda europea (Dae). In questo contesto rimangono sfide realizzative e regolatorie che debbono essere prontamente affrontate e risolte”.

In questo scenario “in assenza di un forte, sostenuto e continuo impegno del Governo italiano – ha sottolineato mister Agenda digitale – gli obiettivi europei sulla diffusione della banda larga non saranno completamente raggiunti”. Caio ha dunque apprezzato il progetto, annunciato oggi dal presidente del Consiglio, Enrico Letta, di creare una matrice “di impegni vincolanti e di obiettivi, basata su scadenze certe e periodiche”.

Tra gli aspetti critici il fatto che non vi sono piani operativi di dettaglio per superare il 50% della copertura delle linee con servizi a banda larga e ultra larga, “anche se alcuni gestori hanno piani preliminari per raggiungere il 70% al 2020”, ha detto Caio.

L’Obiettivo 3 Dae (50% penetrazione 100Mbps al 2020) è una combinazione di sviluppo di piani realizzativi e crescita della domanda. I piani degli operatori attualmente non prendono servizi a 100Mbps. “Se i piani FttCab illustrati saranno realizzati secondo quanto previsto, è ragionevole ipotizzare che nelle aree a più alta densità la banda disponibile possa raggiungere i 60-70 Mbps circa – ha spiegato il commissario – Il raggiungimento di questo obiettivo richiederà iniziative e monitoraggio anche sul fronte della domanda .

Secondo il report, stilato con la collaborazione di Scott Marcus e Gerard Pogorel, tra gli strumenti che il governo deve mettere in campo per superare tali criticità spicca il monitoraggio dei piani degli operatori, degli investimenti messi in campo e della copertura raggiunta anche per eventuali interventi correttivi

Serve poi un utilizzo dei Fondi Strutturali Ue “per assicurare a tutta la popolazione l’accesso alla rete a 30 Mbps entro il 2020 – ha evidenziato Caio – considerando un approccio bilanciato tra risorse infrastrutturali fisse, mobili, fisse wireless e anche satellitari” A questo fine si raccomanda lo sviluppo di un Piano Nazionale che in coordinamento con le Regioni permetta di avere l’accesso a questi fondi.

Avanti tutta sulle misure per ottimizzare gli investimenti, comprese la promozione della condivisione di investimenti infrastrutturali nel rispetto delle norme per gli aiuti di Stato e della concorrenza, fissati dalla Ue nonché iniziative per aumentare la disponibilità di spettro radio e l’efficienza del suo impiego

Serve infine lanciare misure specifiche per intervenire sul ritardo della domanda per i servizi a banda larga in Italia, considerando i programmi di alfabetizzazione digitale dell’Agenda Digitale Italiana.

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