Interviste

Dalla politica applausi al rapporto Caio, “adesso il Governo agisca”

Concordano Paolo Coppola (PD), Antonio Palmieri (Forza Italia), Stefano Quintarelli (Scelta Civica) sui problemi denunciati dal commissario all’Agenda Digitale e sulle raccomandazioni presentate. Dopo l’analisi, è però ormai giunto il momento dell’azione strutturata, secondo i parlamentari

Pubblicato il 30 Gen 2014

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Sì, fa bene Francesco Caio a mettere il dito sulla piaga della nostra banda ultra larga, con il suo rapporto presentato oggi alla Presidenza del Consiglio, e a chiedere un piano nazionale strutturato per raggiungere gli obiettivi europei 2020. Ma adesso basta parole, il Governo ascolti Caio e agisca in questa direzione.

Sono d’accordo con questa posizione tre parlamentari, tra i più attenti alle questioni del digitale: Paolo Coppola (PD), Antonio Palmieri (Forza Italia), Stefano Quintarelli (Scelta Civica).

“Nulla di nuovo nel rapporto, sono cose che gli esperti sapevano, ma condividiamo l’analisi”, dice Coppola al nostro sito. “Quindi ora è importante coordinare l’azione del Governo sulla banda larga per utilizzare al meglio i fondi europei. Speriamo che questo rapporto dia il via a un’azione più incisiva da parte dell’Italia. Gli obiettivi dell’agenda digitale europea devono essere anticipati per la copertura banda ultra larga, rispetto al termine del 2020, perché su questa partita si gioca la competititivà del nostro Paese”, aggiunge Coppola. “Gli investimenti richiesti sono consistenti ma non sono impossibili”. Coppola apprezza anche un punto che nel rapporto Caio è meno in evidenza: il ritardo dell’Italia nell’utilizzo di video su internet.

“L’Italia deve ancora sviluppare un’offerta matura di video e film legali (anche se qualcosa si sta muovendo in questi giorni, Ndr). Finora l’hanno rallentata interessi politici avversi allo sviluppo della tivù su internet. E’ ora di finirla e capire che il modello della tv tradizionale sta per scomparire. Che si va verso un modello diverso, in grado di dare servizi migliori ai cittadini e creare posti di lavoro. Finché non c’è banda ultra larga diffusa, però, è difficile sviluppare nuove nicchie di mercato basate su servizi tivù internet di qualità, anche ad altissima definizione (4K)”, aggiunge.

In linea con questo commento Quintarelli, che dice al nostro sito “bene Caio, gli esperti dicevano da tempo che siamo in ritardo sulla banda ultra larga e che manca un piano nazionale di investimenti. La sua è una posizione coraggiosa. Adesso il Governo non ha più alibi per non agire”.

Anche Palmieri chiede di agire, sulla scorta di quanto richiesto da Caio. “Partire dai dati certificati è il miglior modo per poter decidere e i risultati del rapporto Caio sulla diffusione della banda larga ci dicono che abbiamo una buona base di partenza. Tutti sappiamo che la banda larga è una grande opera per il bene comune, indispensabile per lo sviluppo economico, sociale e culturale di tutto il Paese. Il premier”, scrive in una nota. “Letta auspica vi siano investimenti nel prossimo futuro: Forza Italia chiede che il governo crei le condizioni per favorirli, coordinando le iniziative delle Regioni e approvando finalmente gli oltre trenta decreti attuativi che riguardano l’agenda digitale, attesi da più di un anno”.

Adesso quindi saranno da misurare le conseguenze del rapporto Caio: se sarà impressa un’accelerazione alle politiche del digitale in Italia, verso un piano organico nazionale, sulla banda larga e non solo. Il prossimo appuntamento utile, di verifica, è il piano con cui l’Italia intenderà utilizzare i Fondi infrastrutturali Ue. L’incognita è se svilupperà un piano nazionale a proposito o lascerà fare alle Regioni (come ha fatto finora). E’ comunque interessante che Caio si sia unito al coro di chi (anche nel ministero dello Sviluppo economico) da tempo chiedono un piano nazionale, per evitare sprechi delle risorse.

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