In assenza di reti per la tv via cavo, la rete radio è la sola alternativa alla rete fissa di telecomunicazioni, si legge nel rapporto Caio: “Gli sviluppi tecnologici e la crescente diffusione rafforzeranno ulteriormente il ruolo della rete radio. Per questo va perseguita attivamente l’opportunità di ampliare la quantità di spettro allocato alle comunicazioni radio a banda larga fisse e mobili, in relazione alle azioni in corso in ambito internazionale ed europeo per la ristrutturazione delle politiche di uso ed allocazione dello spettro radio”.
In questo contesto il processo “internazionale ed europeo che sta ristrutturando l’attribuzione delle frequenze alla diverse applicazioni, compreso il possibile impiego futuro della banda 700Mhz per le reti radiomobili a larga banda, rappresenta un’opportunita’ per adottare, dopo aver consultato tutti gli stakeholder, le pratiche migliori e assicurare che l’Italia possa pienamente sfruttare i progressi delle tecnologie radio nello sviluppo della propria infrastruttura digitale”.
Bruxelles ha di recente messo in piedi un gruppo di operatori, di tlc e di tv, per discutere sull’uso delle frequenze, a partire proprio dalla banda 700. E in Francia si e’ gia’ deciso di destinare alla banda larga, e non alle tv, le pregiate frequenze della banda 700.
Intanto sulla questione dell’asta delle frequenze tv, il senatore Pd Raffaele Ranucci chiede “che il viceministro allo Sviluppo economico, Antonio Catricala’, venga al piu’ presto in commissione Lavori pubblici a riferire su tempi e metodo dell’asta per le frequenze del digitale annunciata per la prossima settimana”. “Apprezziamo l’intervento del presidente del Consiglio, Enrico Letta, che – sottolinea l’esponente Pd – ha evidenziato come investire nella diffusione della banda larga sia una ‘grandissima’ priorita’ del Paese. Come ha dichiarato lo stesso Letta, raggiungere nel 2020 gli obiettivi europei e’ fondamentale per garantire l’efficacia dell’agenda digitale che rappresenta un importante volano si sviluppo, ma siamo indietro e il Governo deve impegnarsi per garantire risorse affinche’ si favorisca il rilancio del comparto hi-tech nel nostro Paese. Per questo e’ necessario capire – conclude Ranucci – quali siano concretamente gli strumenti messi in campo per dare un reale impulso al mercato, sostenere le aziende e attirare nuovi investimenti”.