“Operare in tempi rapidi per difendere la dimensione internazionale del gruppo Telecom, come elemento strategico per il Sistema Italia in un mercato economico fortemente in crescita come quello brasiliano; tempi e modalità certe per gli investimenti necessari alla realizzazione delle nuove reti Ngn e un impegno a modificare in tempi brevi le norme sull’Opa”. Sono questi i punti dell’ordine del giorno presentato ieri, nella direzione Pd, dall’ex senatore Andrea Ranieri e accolto dal segretario Matteo Renzi. La questione sarà discussa nella direzione del 20 febbario.
L’interesse del segretario del Pd per i destini di Telecom non è cosa nuova. “Prescindendo dai tecnicismi, un governo ha un potere enorme di moral suasion, che non è banale, indipendentemente dagli appigli legislativi – aveva sottolineato in un’intervista al Fatto Quotidiano – Nella vicenda Telecom il governo dovrebbe usarlo per chiarire che lo scorporo della rete è una priorità, o che comunque bisogna avere l’assoluta garanzia di investimenti sull’infrastruttura, attraverso i meccanismi più vari. Su questo settore abbiamo perso troppo tempo”. Circa la riforma dell’opa, renzio aveva evidenziato la necessità di cambiarla. “Che la legge sull’Opa vada cambiata è un dato di fatto. Che cambiarla adesso dia l’impressione di un intervento a gamba tesa, prendendo le posizioni di un giocatore contro un altro è altrettanto vero. Non si cambiano le regole in corsa”. Per Renzi, tuttavia, “il governo su Telecom può giocare un ruolo molto piu’ deciso, nel rispetto delle regole, del mercato, degli azionisti. Presenti e futuri”.
E all’indomani della salita di Telefonica in Telco, Renzi sottolineava: ”E’ importante che si faccia lo scorporo della rete”. ”Aprirsi agli investimenti stranieri è un bene – insisteva – Bisogna che la politica capisca gli interessi strategici del Paese e la rete è un interesse strategico”.
E parlando di banda larga, aveva evidenziato che l’Italia “non è all’avanguardia secondo me sulla nuova tecnologia e sulla nuova infrastruttura”, soprattutto sulle reti mobili a banda larga. “Dal mio punto di vista – ha spiegava – è interessante capire se le imprese del settore investiranno di più sulla rete 4G, perché, per quanto riguarda quella 3G, l’Italia è stata a lungo all’avanguardia dell’infrastruttura”.