“La vicenda delle detrazioni fiscali per i libri sta assumendo la forma di un farsa. Annunciato prima di Natale dal presidente del Consiglio, salutato da tutti come prima iniziativa dell’era repubblicana a favore della lettura in un Paese che non legge, dopo aver suscitato apprezzamento a livello internazionale, sta evaporando come neve al sole nelle ultime ore e mette il Governo alla berlina non solo in Italia ma anche nei confronti degli osservatori esterni”. Lo afferma in un comunicato Marco Polillo, presidente dell’associazione italiana editori (Aie), dopo le modifiche all’articolo 9 del decreto Destinazione Italia che, con l’emendamento Marzana, estende il bonus per i negozianti anche per la vendita di e-book. Una misura che gli esponenti del movimento 5 stelle annunciano di voler ancora modificare nel passaggio in aula estendendo gli incentivi anche a chi compra i libri direttamente online, senza coinvolgere le librerie.
“Il provvedimento originario – continua Polillo – varato addirittura con un decreto legge, si è rivelato inapplicabile. Il Parlamento ha provato a rimediare in sede di conversione: ma la toppa è quasi peggio del buco. Da una annunciata detrazione di 390 euro per tutti e su tutti i libri, con un limite generale di 50milioni annui, siamo passati a uno sconto ridicolo di circa 18 euro a studente delle superiori che esclude i libri scolastici, e rimangono forti, per usare un eufemismo, i dubbi sulla reale applicabilità anche della norma modificata dalla Camera visto che è difficile pensare che si possano usare i fondi strutturali europei per introdurre detrazioni fiscali per le persone fisiche. L’unica strada da percorrere è quella già in uso per le altre detrazioni attualmente in vigore: non è concepibile la differenza di trattamento tra le spese veterinarie, per esempio, e l’acquisto di libri”.
“Si è riusciti – conclude Polillo – a snaturare completamente il senso delle promesse del Presidente Letta, privando la misura di quel significato, anche simbolico, che era stato da noi tutti grandemente apprezzato. Abbiamo provato in ogni modo, lavorando in silenzio, a farne capire la portata e dato suggerimenti per migliorarlo ma siamo rimasti inascoltati.
Perché annunciare il provvedimento se non c’erano le risorse? Il Governo trovi i fondi per mantenere fede alle proprie promesse, in caso contrario il Presidente Letta vada in televisione e ammetta l’errore”.