Partirà lunedì la lettera dei sindacati all’ambasciatore degli Stati Uniti in Italia, John Phillips, in cui si chiederà di poter interloquire direttamente con il Ceo di Micron sui piani dell’azienda per l’Europa e in Italia. In ballo ci sono i 419 esuberi con le procedure di mobilità già annunciate dall’azienda per le sedi di Agrate, Vimercate, Arzano, Avezzano e Catania, e l’intenzione di spostare sempre più le attività negli Stati Uniti e nel far East, a Singapore, in prossimità cioè dei mercati più promettenti e attivi del settore.
“L’incontro di oggi è stato interlocutorio – afferma Nicola Alberta, coordinatore nazionale Fim Cisl per la microelettornica – L’azienda, nonostante le nostre sollecitazioni, ha mantenuto la propria posizione prospettandoci la decisione di spostare gli investimenti fuori dall’Italia. La situazione è difficile perché ci troviamo di fronte a una scelta, non a una decisione presa per necessità. L’azienda è sana e produce utili, per questo ritengo grave che rinunci a qualunque responsabilità scaricando sui lavoratori i costi, anche sociali, di queste scelte”.
Nei prossimi giorni sono previsti una serie di scioperi e di manifestazioni, oltre che incontri istituzionali che accompagneranno il percorso della vertenza fino all’incontro al tavolo aperto al Mise e fissato per il 21 febbraio. Il 12 i sindacati incontreranno l’assessore alle Attività produttive della Regione Lombardia, Mario Melazzini, mentre i dipendenti di Agrate e Vimercate manifesteranno davanti alla sede di Confindustria Lombardia.
E anche negli altri territori interessati dalla presenza della multinazionale gli enti locali sono mobilitati a difesa dei posti di lavoro a rischio. Negli ultimi giorni anche il Sindaco di Catania, Enzo Bianco, aveva preso una posizione netta sulla vertenza, chiedendo all’azienda di rispettare gli impegni presi.
“Oggi l’azienda ci ha presentato un piano d’intenti assolutamente generico, in cui non sono stati in grado di dettagliare le prospettive della loro presenza in Italia – commenta Roberta Turi, segretaria nazionale Fiom Cgil e responsabile del settore Ict – Questo non è incoraggiante, se pensiamo che a oggi i lavoratori Micron sono un terzo di quanti erano nel 2010, e che con i nuovi esuberi la forza lavoro verrebbe ulteriormente ridotta del 40%. Anche il Ministero dello sviluppo economico ci ha assicurato che si sta muovendo per avere un’interlocuzione diretta con il ceo di Micron – prosegue Turi – ma dal momento che finora non mi risulta abbiano ottenuto risposte abbiamo deciso di scrivere anche al presidente del Consiglio, Enrico Letta perché intervenga direttamente in questa vicenda. In più il 7 marzo tornerà a riunirsi il tavolo al Mise sul comparto della microelettronica, esteso al Miur e alle Regioni interessate. Questo potrebbe essere utile per trovare risposte anche in termini di politiche industriali del sistema Paese”.