Telecom Italia, per il momento, non dovrà pagare la multa da 103 milioni di euro comminata dall’Antitrust per abuso di posizione dominante per cui è in corso un giudizio al Tar. A sospendere la sanzione, secondo quanto apprende Radiocor, è stata la prima sezione del Tar del Lazio con una ordinanza dell’8 gennaio scorso. La decisione del Tribunale, su richiesta di Telecom, è stata presa nell’imminenza della scadenza dell’8 febbraio quando sarebbe scattata per l’azienda di telecomunicazioni una maggiorazione della multa.
Le altre parti in causa non hanno fatto opposizione. La sospensione dell’esigibilità della multa è legata alle lungaggini del procedimento davanti al Tar del Lazio dovute all’accoglimento delle istanze istruttorie. I ricorrenti avevano infatti chiesto l’acquisizione in giudizio dei due provvedimenti integrali dell’Antitrust, inclusi gli omissis.
Richiesta che ha determinato rinvii della discussione di merito, l’ultimo dei quali (al 12 marzo), avvenuto all’udienza di oggi. L’Autorità aveva comminato la sanzione a Telecom nel maggio scorso per abuso di posizione dominante detenuta nella fornitura di servizi di accesso all’ingrosso alla rete e alla banda larga. A presentare ricorso erano stati gli operatori alternativi Wind e Fastweb.
Si tratta del secondo rinvio deciso dal Tar. Il primo risale al 18 dicembre: quel giorno il tribunale amministrativo aveva deciso lo slittamento – appunto – al 12 febbraio. Il rinvio era legato al fatto che Telecom aveva prodotto una serie di documenti in busta chiusa, contenenti il provvedimento e gli impegni presentati a suo tempo, e il collegio ne aveva dunque ordinato l’acquisizione.
A maggio 2012 l’Antitrust ha comminato a Telecom una multa da 103 milioni per aver abusato, con due distinti comportamenti, della posizione dominante detenuta nella fornitura dei servizi di accesso all’ingrosso alla rete locale e alla banda larga, ostacolando l’espansione dei concorrenti nei mercati dei servizi di telefonia vocale e dell’accesso ad internet a banda larga. L’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato ha diffidato la società dal ripetere in futuro tali comportamenti sanzionandola con una multa complessiva di 103,794 milioni di euro. La decisione chiude l’istruttoria avviata il 23 giugno 2010.
Secondo l’autorità, Telecom avrebbe abusato della propria posizione opponendo “ai concorrenti – si legge nella nota dell’Antitrust – un numero ingiustificatamente elevato di rifiuti di attivazione dei servizi all’ingrosso, i c.d. KO”. Dai dati emersi nel corso dell’istruttoria risulta che la società, nell’esercizio della propria discrezionalità, ha trattato gli ordinativi provenienti dagli altri operatori in modo discriminatorio rispetto a quelli provenienti dalle proprie divisioni interne.
Con questi comportamenti Telecom ha ostacolato l’accesso dei concorrenti all’infrastruttura, sia nel caso della fornitura di servizi su linea attiva, sia nel caso della fornitura di servizi su linea non attiva. Ciò ha di fatto reso significativamente più difficoltoso per gli altri operatori, il processo di attivazione dei servizi di accesso alla rete rispetto alle divisioni interne di Telecom.
Per questa infrazione specifica l’Autorità ha deliberato una sanzione di 88,182 milioni di euro, che tiene conto delle attenuanti riconosciute a Telecom per le diverse attività avviate a partire dal 2009 per migliorare le procedure di accesso ai concorrenti e delle perdite di esercizio e della circostanza aggravante della recidiva (Telecom è stata già condannata per abuso di posizione dominante in relazione a comportamenti sostanzialmente escludenti).
Altro abuso riguarda l’attuazione di “politica di scontistica alla grande clientela business per il servizio di accesso al dettaglio alla rete telefonica fissa, tale da non consentire a un concorrente, altrettanto efficiente, di operare in modo redditizio e su base duratura nel medesimo mercato”, precisa la nota.
In sostanza Telecom ha disegnato una politica tariffaria per la grande clientela business contraddistinta, quanto meno per il periodo 2009-2011, dalla capacità, dati i costi di accesso alla rete praticati agli altri operatori, di comprimere i margini dei concorrenti altrettanto efficienti, con effetti restrittivi della concorrenza sul mercato al dettaglio dei servizi di accesso alla clientela non residenziale. Gli sconti praticati alla clientela sono stati infatti indirizzati selettivamente ai clienti che ricorrono a procedure di selezione del fornitore e che sono collocati in aree aperte alla concorrenza, ove è disponibile il servizio di accesso al tratto finale di rete verso il cliente (unbundling del local loop, Ull).
L’analisi dell’Antitrust ha dimostrato che Telecom non sarebbe stata in grado di offrire i servizi al dettaglio ai prezzi praticati senza subire perdite se avesse sostenuto i costi all’ingrosso praticati ai concorrenti.
Per questa condotta l’Autorità ha deliberato una sanzione di 15,612 milioni di euro che tiene conto di un’aggravante connessa alla recidiva, poiché Telecom è stata già condannata per abuso di posizione dominante in relazione a comportamenti sostanzialmente analoghi e, come attenuante, delle perdite in bilancio della società.