PROPRIETÀ INTELLETTUALE

Copyright, la Spagna dichiara guerra a Google

Via libera dell’esecutivo alla riforma della legge sulla proprietà intellettuale: si potrà fare causa ai motori di ricerca per pubblicazione di contenuti coperti da diritto d’autore. Ma la proposta deve ancora passare dal parlamento

Pubblicato il 17 Feb 2014

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Il governo spagnolo ha approvato un testo di riforma della Legge sulla Proprietà Intellettuale, che dovrà poi essere recepito dal parlamento, in base al quale le aziende editoriali in Spagna saranno in grado di intentare causa ai motori di ricerca quali Google e Yahoo che mostrino contenuti coperti da copyright.

Si tratta di una misura che era stata a lungo richiesta dagli esponenti dell’editoria e che è simile ad altre approvate in altri Paesi, per esempio in Francia.

Presentando la proposta di legge, il vice primo ministro spagnolo Soraya Saenz de Santamaría e il ministro della Cultura e dell’Educazione Jose Ignacio Wert hanno spiegato che la riproduzione di “frammenti non significativi” pubblicati senza precedente autorizzazione sarà permessa ma richiederà il pagamento di un “equo compenso”.

Anche per l’utilizzo di foto sarà necessaria la richiesta di autorizzazione. Non sono però stati forniti al momento ulteriori dettagli sulla definizione esatta di “frammenti non significativi” e su come debba essere stabilita la somma da versare.

La proposta è stata applaudita dall’Associazione spagnola degli editori di giornali, Aede. “Questo è il passo più importante adottato dal governo spagnolo per la protezione della stampa” ha detto il presidente Luis Enrique. Google ha fatto sapere che non rilascerà commenti finché non avrà letto il testo di legge sulla proprietà intellettuale.

La riforma relativa ai motori di ricerca e agli aggregatori di notizie è soltanto uno degli elementi nell’ambito di una vasta revisione delle regole sulla proprietà intellettuale su cui il governo sta lavorando dall’anno scorso con l’obiettivo di contrastare la dilagante pirateria.

Il testo, infatti, punta anche a velocizzare le procedure per chiudere I siti ritenuti responsabili di violazioni e prevede sanzioni per quelli che reindirizzano gli utenti verso contenuti illegali, aziende che emettono pagamenti attraverso siti pirata e inserzionisti pubblicitari su questi stessi siti. Saranno monitorati anche i motori di ricerca per verificare se ospitano link a siti illegali.

La proposta di legge suggerisce inoltre che le procedure relative alla violazione del copyright siano condotte privatamente ma monitorate dal Cnmc, organismo di regolazione della concorrenza. La riforma include anche le direttive dell’Unione europea che estendono il periodo di copyright per la musica registrata da 50 a 70 anni. Per altro materiale il periodo stabilito è già di 70 anni.

Il processo parlamentare per l’approvazione definitiva della legge dovrebbe durare almento altri 4 mesi.

Un anno fa è stato raggiunto un accordo fra editori francesi e Google, che prevede la creazione di un fondo da 60 milioni di euro finanziato da Mountain View per remunerare l’utilizzo di contenuti giornalistici sul motore di ricerca.

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