I politici esperti di digitale si aspettano che il nuovo premier Renzi acceleri sul cammino dell’Agenda digitale, ma in sostanziale continuità su quanto fatto dall’Unità di Missione di Francesco Caio, istituita da Enrico Letta presso la Presidenza del Consiglio.
Concordano su questa posizione, al Corriere delle Comunicazioni, Paolo Coppola (PD), Antonio Palmieri (Forza Italia), Stefano Quintarelli (Scelta Civica).
“Ci aspettiamo un’accelerazione dei temi del digitale, sempre presenti nei programmi di Renzi delle varie campagne elettorali”, dice Coppola.
“Grande attenzione sarà data soprattutto alla questione della trasparenza e del fisco. Mi auspico e mi aspetto quindi piena continuità rispetto alle tre priorità su cui ha lavorato Caio, perché queste sono temi strutturali, funzionali per lo sviluppo dell’economica digitale. In particolare, la fatturazione elettronica è importante per il fisco digitale. L’identità digitale serve alla diffusione dell’eGov e dei servizi delle aziende private, fronti su cui l’Italia è in forte ritardo. L’Anagrafe unica è un ottimo punto di partenza per riorganizzare i software della Pa con logiche più moderne”.
“I lavori su queste priorità vanno portati in fondo, ma non solo; con Renzi dovremo ripartire con maggiore slancio per lo sviluppo del digitale”, continua Coppola. “Mi auspico un’unica regia forte, che porti avanti i temi dell’Agenda, sotto la Presidenza del Consiglio. A questo scopo, la presenza di un sottosegretario dedicato darebbe ancora più forza al tutto”.
Ottimismo anche da Palmieri, ma con alcune prudenze. “Sulla carta, Renzi sembra più attrezzato culturalmente di Letta. Lo dimostra come ha utilizzato internet nelle campagne delle primarie, copiando sostanzialmente il modello Obama. Questo aspetto, unito al fatto che tra i suoi parlamentari ci sono alcuni che se ne intendono molto di digitale fa pensare ci possa essere un cambio di passo. Teniamo conto che il digitale non è un tema di parte ma di bene comune”.
Palmieri ricorda però che “restano in sospeso i 30 decreti attuativi ereditati dal governo Monti. Ed è da portare avanti lo sviluppo infrastrutturale, come indicato dal rapporto banda larga di Caio”. Non è necessario un ministro, per tutto questo, secondo Palmieri. “Se Renzi sceglie ministri che sono competenti nel digitale, allora la questione non si pone. Basterebbe un sottosegretario dedicato o il semplice accentramento della governance sotto lo stesso premier. Se ci sarà un sottosegretario, tuttavia, questo dovrebbe unificare competenze ora sparse tra vari ministeri”.
“Renzi accelererà sui temi del digitale e mi aspetto anche che porti avanti smart cities comunali, dove sperimetnare un tema importante come l’identità digitale del cittadino”, dice Quintarelli. “Mi aspetto continuità, con quanto fatto da Caio, soprattutto per la fatturazione elettronica e l’identità digitale. Ci saranno ritardi, per via del cambio di governo, sui decreti attuativi? Sì, ma un mese soltanto, non di più, per via del cambio dei ministri che devono firmarli. Sulle tre priorità di Caio è stato già fatto tutto: la torta è in forno, ora dobbiamo solo aspettare che il nuovo cuoco la tiri fuori”, aggiunge.