PUNTO DI VISTA

Equo compenso, Cerulli: “Caro Mazza, qui gli autori non c’entrano”

La disciplina del compenso per copia privata oggi è sempre più sganciata dal pregiudizio subìto dagli autori per le sole attività di copia. La scelta del ministro di procedere a maggiori approfondimenti non sembra possa essere criticata

Pubblicato il 17 Feb 2014

Vittorio Cerulli Irelli, Trevisan & Cuonzo Avvocati

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La posizione espressa dal dottor Mazza è ovviamente comprensibile in capo a chi rappresenta gli interessi dei soggetti percettori del compenso per copia privata. Alcune minime precisazioni sono però d’obbligo.

Vi sono, infatti, alcune circostanze che, a prescindere dagli interessi che si rappresentano, semplicemente non possono essere negate. In primo luogo, come detto nell’iniziale commento, la Corte di Giustizia a breve verificherà la legittimità della previsione di un’imposizione anche sui dispositivi destinati ad uso professionale (causa C-463/12 Copydan). La stessa risoluzione Castex citata dal dott. Mazza, del resto, “sollecita i Paesi Membri affinché adottino regole di esenzione trasparenti relativamente agli usi professionali, che assicurino che essi siano esentati, anche in pratica, dall’applicazione del compenso per copia privata”. In secondo luogo, la legittimità dello stesso decreto Bondi è ancora sub iudice e sarà fra non molto vagliata dal Consiglio di Stato.

Quanto poi alla questione relativa all’aver incluso copie già autorizzate e copie realizzate tramite servizi peer to peer nelle indagini statistiche volte alla determinazione del compenso, non si può in questa sede entrare eccessivamente nel dettaglio trattandosi di tematica che, contrariamente a quanto potrebbe desumersi dalla lettura della replica del dott. Mazza, è ampiamente dibattuta innanzi il Consiglio di Stato. Ci si limita ad osservare che un conto è dichiarare a parole che tali copie non sono considerate nella determinazione del compenso, un altro è svolgere un’istruttoria che effettivamente escluda tali copie dal calcolo del pregiudizio subito dagli autori.

Del resto, non serve certo ricordare al dott. Mazza gli innumerevoli autorevoli interventi che hanno sottolineato come la disciplina del compenso per copia privata sia oggi sempre più sganciata dal pregiudizio subito dagli autori in conseguenza delle sole attività di copia, appunto, privata. Volendo rinviare i lettori interessati ai più recenti interventi in materia, possiamo citare i commenti di Digital Europe proprio alla risoluzione Castex (disponibili qui). Proprio di questo venerdì sono poi gli analoghi interventi alla tavola rotonda organizzata da Confcommercio (la cui breve sintesi è disponibile qui).

In definitiva, la scelta del Ministro di procedere a maggiori approfondimenti non sembra certo possa essere criticata.

Questa è la replica di Vittorio Cerulli al botta-risposta fra Cerulli stesso e Enzo Mazza:

www.corrierecomunicazioni.it/it-world/25787_mazza-sull-equo-compenso-l-italia-e-in-linea-con-la-ue.htm

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