LA LETTERA

Netflix, tv francesi sul piede di guerra in vista dello sbarco

In vista dello sbarco nel Paese della piattaforma Usa TF1, Canal + e M6 scrivono al ministro della Cultura Aurélie Filipetti: “Meno tasse e regole anche per noi”

Pubblicato il 18 Feb 2014

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I tre principali network televisivi privati francesi vanno alla guerra contro le Internet company nel loro Paese, soprattutto in vista di un possibile sbarco di Netflix nel loro Paese.

Superando la normale rivalità tra concorrenti, TF1 , Canal + e M6 hanno unito le forze e scritto una lettera al ministro della Cultura, Aurélie Filipetti, per sottolineare la disparità di trattamento in materia fiscale e regolatoria tra loro e i giganti americani del web.

Elaborato in vista di un possibile sbarco in Francia di Netflix, la web tv statunitense, il documento sostiene che la “battaglia non avviene ad armi pari”. Bertrand Meheut di Canal +, Nonce Paolini di TF1 e Nicolas de Tavernost di M6 tornano a ribadire un concetto già espresso più volte: da una parte ci sono i gruppi internazionali di Internet come Google, Apple, Amazon e appunto Netflix che “ottimizzano” la fiscalità europea e agiscono su un mercato del web totalmente deregolato. Dall’altra parte ci sono i gruppi audiovisivi francesi che “pagano le imposte più del dovuto” e che si muovono nell’ambito di un regolamento “estremamente limitativo e risalente agli anni Ottanta”.

Per riequilibrare la situazione, i tre top manager chiedono ancora una volta al governo di allentare il carico fiscale e regolatorio che pesa sulle loro spalle. E sottolineano di essere insoddisfatti dalle non risposte del governo, soprattutto dopo che il presidente francese François Hollande ha visitato di recente i giganti di Internet nella Silicon Valley nel corso del viaggio negli Usa. A lui chiedono dunque un “patto di responsabilità per il settore dell’industria creativa”.

Di recente si è parlato di un possibile debutto in Francia di Netflix, che peraltro ha annunciato ufficialmente una strategia di espansione in Europa. A inizi dicembre i vertici della web tv erano stati ricevuti all’Eliseo da David Kessler, consulente per i media del presidente François Hollande. Un portavoce l’ha definita una visita di cortesia richiesta da Netflix, impegnata a incontrare le istituzioni europee in vista del prossimo arrivo in altri Paesi Ue. Poi però il Ministro della Cultura Aurélie Filippetti ha precisato che il governo si aspetta che Netflix rispetti le regole francesi e che “se vuole venire in Francia, deve piegarsi alle regole che fanno il successo delle nostre industrie e non essere un passeggero clandestino che approfitta del sistema senza parteciparvi”.

In effetti esistono alcune criticità per il debutto in Francia di Netflix, tra cui il timore dei francesi che l’azienda apra la sede fiscale fuori dal Paese per pagare meno tasse e le regole sulle finestre di distribuzione, che impongono l’uscita dei film su servizi analoghi a Netflix molto tempo dopo la loro uscita al cinema. Oltre agli Usa e alla Gran Bretagna, Netflix è già disponibile nei Paesi Bassi, in Gran Bretagna e in Irlanda, così come nei Paesi nordici. Su un possibile arrivo in Italia entro il 2014 non si hanno ancora notizie certe.

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