Il Comune di Catania e la Regione Sicilia chiederanno un incontro con il management di Micron, e poi anche con i vertici di StMicroelectronics, per individuare insieme alle aziende un percorso che porti alla soluzione del caso dei 127 esuberi annunciati dalla multinazionale americana in Sicilia, sui 419 che riguardano l’intero territorio nazionale, e nello specifico gli stabilimenti di Arzano, Avezzano, Agrate e Vimercate.
Alla prima riunione del tavolo permanente sulla vertenza, nella sala Giunta del Palazzo degli Elefanti a Catania, erano presenti, insieme ai rappresentanti dei sindacati, il primo cittadino del capoluogo etneo, Enzo Bianco, e l’assessore alle attività produttive della giunta Crocetta, Linda Vancheri.
“Così come promesso – ha detto Bianco – abbiamo avviato a Catania un tavolo permanente con i lavoratori, tutte le organizzazioni sindacali e la Regione. Adesso con l’assessore Vancheri chiederemo alla Micron un incontro a Catania per parlare di questi 127 licenziamenti, incomprensibili visto che l’azienda non solo non è in crisi ma produce ricchezza e guadagna. Ma chiederemo anche, separatamente, di vedere i rappresentanti della casa madre, la St, perché dobbiamo allargare la prospettiva dal caso Micron all’intera Etna Valley”.
Al centro delle trattative e delle discussioni ci sarà anche l’orientamento della Regione sull’utilizzazione dei fondi comunitari 2014-2020, “considerando anche che – ha sottolineato il sindaco – quella catanese è l’unico sito in una zona obiettivo 1 e l’Europa ha programmato di far crescere la propria produzione nel settore della microelettronica”.
“I percorsi che vogliamo individuare – ha detto l’assessore Vancheri – vanno incardinati in un quadro più generale che riguarda tutto il settore della microelettronica, eccellenza dello sviluppo industriale siciliano che deve tornare a essere la spina dorsale dell’economia catanese e regionale e in cui queste alte professionalità vanno reinserite. La Regione, insieme alle istituzioni locali, deve riuscire a costruire l’ecosistema per far sviluppare le imprese. E nella linea che, di comune accordo con il sindaco Bianco, abbiamo scelto nei confronti dell’azienda, abbiamo anche il supporto del Ministero.”.
Intanto, il 26 febbraio è prevista la riunione del tavolo con l’azienda, i rappresentanti degli enti locali e i sindacati al ministero dello Sviluppo economico, e il primo cittadino di Catania ha annunciato di voler coinvolgere immediatamente il nuovo titolare del Mise, appena sarà stato nominato, “perché – ha affermato – occorre che anche il governo nazionale si assuma le sue responsabilità”. A stretto giro, il 7 marzo, si riunirà invece il tavolo di settore sulla microelettronica, sempre al Mise, con i rappresentanti delle imprese, i sindacati, quelli degli enti locali interessati e il Miur, per discutere delle prospettive e delle possibili scelte di politica industriale per rilanciare il settore.
“E’ stato un primo incontro positivo – afferma Stefano Materia, segretario generale della Fiom di Catania – sono state poste le fondamenta di un percorso complicato. C’è l’accordo di andare al di là del problema specifico di Micron, per creare un contesto di investimenti e di sviluppo attorno alla microelettronica nell’Etna Valley. L’assessore Vancheri ha assicurato il suo impegno su questo tema, ora sarà fondamentale procedere velocemente e senza indugi”.
“A questo buon punto di partenza ora devono seguire in rapida successione i fatti – afferma Piero Nicastro, segretario generale della Fim-Cisl di Catania – E’ importante che le Istituzioni intervengano anche con St, per ricostruire insieme tutte le condizioni necessarie di sviluppo e quindi anche a tutela dei lavoratori Micron. Ora è importante che il tavolo permanente torni a riunirsi a breve, perché le vertenze non aspettano”.
“Dovremo essere capaci di risolvere l’emergenza del momento, quella degli esuberi in Micron, ma anche di avere uno sguardo di prospettiva che miri al rilancio dell’intero settore – conclude Matteo Spampinato, segretario generale della Uilm di Catania – per riuscirci sarà importante sfruttare bene i fondi europei. Non dimentichiamo che l’unione europea mira a raddoppiare la presenza della microelettronica sul territorio comunitario, e che l’Etna valley rientra nelle zone dell’obiettivo 1, a cui quei fondi potrebbero essere destinati”.