Denuncia antitrust contro Intel: il colosso dei
microprocessori è finito ieri nel mirino della Federal Trade
Commission americana, l’authority federale garante della
concorrenza, che, come riporta Il Sole 24 Ore, ha accusato Intel
di aver danneggiato i rivali per un intero decennio attraverso
l'uso illegale della propria posizione dominante sul
mercato.
Secondo la Ftc, l'azienda avrebbe cercato di
impedire la diffusione di “prodotti superiori” da parte di
concorrenti, limitando di fatto la scelta per i consumatori.
Nelle parole dell’antitrust, che con la denuncia ha portato a
compimento un'inchiesta scattata l'anno scorso, “Intel
ha volutamente condotto una campagna per sbarazzarsi di minacce
competitive al suo monopolio”. Per farlo avrebbe usato un
sistema di “minacce e premi” nei confronti di produttori di
computer, tra i quali Dell, Hewlett- Packard e Ibm, per forzarli
in pratica a usare i suoi chip e rifiutare marchi
alternativi.
L'azienda ha risposto di aver sempre agito
“nel rispetto della legalità e della leale concorrenza”.
Ciò sarebbe dimostrato, ha detto Intel, dal fatto che
l'innovazione nel settore è “robusta” e che i prezzi
“calano a ritmo record”. Il consigliere legale Doug Melamedha
aggiunto che perseguire un caso infondato costerà al
contribuente “decine di milioni di dollari”. E ha indicato
che le autorità, nei colloqui finora avuti con l'azienda,
hanno chiesto “rimedi senza precedenti” che “renderebbero
impossibile per Intel continuare a operare”.
I guai legali non sono nuovi per Intel, che
controlla l'80% del mercato dei microchip tenendo a netta
distanza la rivale Advanced Micro Devices. Con Amd ha appena
risolto una battaglia legale durata quattro anni, accettando di
pagare 1,25 miliardi di dollari. Nvidia, specializzata in chip di
grafica, ha a sua volta attaccato Intel per comportamento
anti-concorrenziale. Il gigante americano ha inoltre pagato una
multa record da oltre un miliardo di euro per archiviare un caso
antitrust portato dalle autorità dell'Unione Europea,
imperniato su incentivi versati a produttori di computer. Il mese
scorso, infine, il procuratore generale dello stato New York,
Andrew Cuomo, ha accusato l'azienda di ricorrere a minacce e
premi per miliardi di dollari pur di sostenere i suoi
microchip.
Il nuovo caso potrebbe tuttavia diventare, nota Il
Sole 24 Ore, “la più significativa offensiva antitrust sotto
la presidenza di Barack Obama e la più rilevante dal 1998”.
Alla guida della Ftc Obama ha nominato dallo scorso marzo
Jonathan Leibowitz. Nei mesi scorsi è stata tuttavia anzitutto
Christine Varney, la responsabile dell'altra grande authority
americana per la concorrenza, l'ufficio antitrust del
Dipartimento della Giustizia, a segnalare con decisione la nuova
linea: “L'amministrazione perseguirà aggressivamente casi
nei quali monopolisti cerchino di far leva sul dominio del
mercato per bloccare la concorrenza e danneggiare i
consumatori”.