Smart Technologies, l’azienda canadese leader nel mercato delle
lavagne interattive, ha presentato stamane i risultati
dell’indagine “Scuola 2.0: insegnanti e nuove tecnologie”.
L’indagine è stata realizzata mediante interviste agli
insegnanti delle scuole elementari e medie e si propone di
analizzare il livello di penetrazione delle nuove tecnologie per la
didattica, in particolare delle lavagne interattive.
E’ emerso che gli insegnanti italiani sono sempre più
“hi-tech”. Sono molti quelli che usano regolarmente Internet
nella vita privata e vogliono più tecnologia nelle classi per
migliorare l’insegnamento e stimolare l’interesse degli
alunni.
Alla domanda se la tecnologia sia un elemento indispensabile nella
scuola moderna quasi tutti gli insegnanti (101 su 103)hanno
risposto affermativamente, e l’84% degli intervistati auspica un
maggiore utilizzo delle nuove tecnologie nella scuola. Secondo gran
parte degli intervistati la tecnologia è importante per tre
motivi: migliora la comprensione degli studenti, ne migliora i
risultati e facilita l’interazione insegnante-studente. Più del
50% del campione ritiene anche che la tecnologia migliori
l’immagine dell’istituto verso l’esterno e che sia importante
come supporto alla preparazione delle lezioni.
Anche le lavagne interattive sono ritenute di grande importanza,
sia per l’apprendimento degli studenti, in quanto aumentano la
partecipazione attiva e l’attenzione, sia per agevolare il lavoro
degli insegnanti, in quanto li aiutano a esporre le lezioni e
permettono loro di aggiungere elementi interattivi alle
lezioni.
I docenti di oggi in privato usano il pc e navigano sul web
regolarmente (ad eccezione del 4%). Tuttavia in classe sono pochi
coloro che utilizzano sempre il pc, e ancora meno quelli che usano
la lavagna interattiva. Ciò è dovuto all’insufficienza di
mezzi. E’ vero che tutte le scuole coinvolte nell’indagine
dispongono di Pc, collegamento a Internet, lavagna interattiva e
videoproiettore, ma i mezzi sono insufficienti. Basta pensare alle
lavagne interattive: nel 79% delle scuole ce n’è solo una, nel
restante 21% meno di 5.
Gli insegnanti hanno anche indicato le priorità riguardo ai futuri
investimenti tecnologici: la maggior parte di essi ha indicato il
pc, a seguire la lavagna interattiva, il videoproiettore, e solo
una piccola parte ha indicato Internet. Questi dati vanno
naturalmente interpretati nel senso di un rinnovo o di una crescita
numerica delle attrezzature che già sono disponibili.
Un’altra serie di domande indaga il ruolo che possono avere le
nuove tecnologie sulla frequenza scolastica. La metà degli
insegnanti ritiene che il divario fra l’utilizzo di tecnologie in
privato e nella scuola possa essere un motivo di disaffezione degli
studenti verso la scuola. Fra questi, l’89% ritiene che un
aumento dell’utilizzo delle tecnologie potrebbe contribuire a
ridurre le assenze.