Chris Capossela conosce a fondo i mercati di cui si occupa. Quando arriva in Italia, per esempio, la prima cosa che tiene a precisare è che non è parente del famoso cantautore Vinicio. Messo in chiaro questo possibile qui pro quo, il corporate vice president di Microsoft, responsabile a livello globale dei canali su cui vengono distribuiti tutti i prodotti consumer del gigante di Redmond, non lesina dettagli su quello che Microsoft intende fare ed essere rispetto alla multiforme concorrenza che gli si è schierata attorno negli ultimi anni: l’obiettivo è la creazione di un ecosistema in cui i device rappresentano la porta d’accesso a una serie di servizi e software che grazie al cloud saranno sfruttabili e replicabili a prescindere dal terminale che si sta utilizzando. L’importante, a questo punto, è conquistare il favore di chi si avvicina per la prima volta alla tecnologia.
Il Corriere delle Comunicazioni ha incontrato Chris Capossela al ritorno dalla sua trasferta spagnola, durante la quale ha partecipato al Mobile World Congress di Barcellona. Uno dei temi più caldi dell’evento, naturalmente, è stato l’annuncio della linea Nokia X. La divisione mobile della società finlandese entrata nell’orbita di Microsoft ha infatti presentato una nuova gamma di smartphone low cost destinati ai mercanti emergenti e che adottano il sistema operativo Android anziché Windows.
Ma questa, per Capossela, è tutt’altro che un’eresia. “Fino a quando l’accordo non sarà perfezionato”, ha spiegato il top manager americano, “Microsoft e Nokia sono due aziende separate. Inoltre il sistema operativo sarà sì Android, ma sprovvisto delle applicazioni Google, che sono sostituite da app proprietarie create appositamente per i nuovi dispositivi. Al di là di questo, io penso che si rivelerà assolutamente strategico il fatto che in molti paesi emergenti il primo smartphone a cui avrà accesso la maggior parte della popolazione sia un Nokia. Con ogni probabilità, nel momento in cui gli utenti avranno la chance di acquistare un prodotto più performante sceglieranno un Lumia”. Ovvero il telefono alto di gamma equipaggiato con il sistema operativo Windows.
In effetti, più in generale, la tattica di Capossela ha a che fare con la conquista del consumatore non appena è in grado di utilizzare la tecnologia proposta da Microsoft: “Mi piace entrare negli Apple store e osservare i bambini che da un bancone all’altro giocano con i touch screen dei prodotti della Mela”, ammette candidamente. “E quando arrivano sugli schermi dei Mac e provano a interagire usando le dita si accorgono che non succede nulla. È lì che arriviamo noi, con i nostri laptop dotati di touch screen, adatti sia allo studio che all’entertainment”. Un altro punto d’accesso per il mondo Microsoft è naturalmente Xbox, che con la versione One lanciata da poco si propone ancora di più come un’esperienza di intrattenimento a tutto tondo e non solo come una semplice console. “Grazie a Windows, a Explorer e a Skype, applicazioni tutte integrate nel device, Xbox è uno strumento che permette ai ragazzi non soltanto di giocare, ma anche di accedere a file multimediali, condividere esperienze e comunicare con gli altri utenti sparsi in tutto il mondo”. Ed è connesso a tutti gli altri dispositivi, dal laptop allo smartphone, che compongono l’ambiente Microsoft.
Non sono naturalmente tutte rose e fiori. Capossela sa benissimo che, fatti i dovuti distinguo da regione a regione, sul lato tablet e smartphone la competizione è durissima, e ancor più duro è intaccare la posizione dominante dei brand che di fatto hanno creato il mercato. In alcune piazze, come quella giapponese, il tablet Surface è stato accolto con grande entusiasmo. Mentre gli smartphone dotati di sistema operativo Windows superano il market share del 10% in sei paesi e sono i secondi più venduti in nove mercati. Ma l’atteggiamento di Microsoft nei confronti di chi domina il mondo delle tavolette e dei supertelefonini (Apple e Samsung, ca va sans dire) è necessariamente quello dello sfidante. “Il passaparola rappresenta ancora la migliore arma di marketing. Con la consapevolezza però che oggi vincere ha un significato completamente diverso rispetto a quando informatica era sinonimo di Pc. Basti pensare che oggi, quando diciamo che Samsung domina il mercato intendiamo che detiene la quota del 28%”, sorride Capossela.