Riduzione dei costi del broadband e e-ID: questi i temi su cui gli Stati membri dell’Ue hanno raggiunto l’accordo dando il loro sì a due dei pilastri della legislazione europea sul mercato unico digitale. Nel dettaglio, gli ambasciatori Ue, riuniti nel gruppo Coreper del Consiglio d’Europa, hanno dato il loro appoggio alla bozza della “Eu Directive on broadband cost reduction” su cui già era stato raggiunto l’accordo politico tra rappresentanti del Parlamento europeo, della Commissione europea e del Consiglio d’Europa. Il sì è arrivato anche per la “Draft regulation on electronic identification and trust services for electronic transactions” sul mercato interno, facendo seguito all’accordo politico raggiunto tra rappresentanti del Parlamento, della Commissione e del Consiglio europei.
La Commissione europea spinge sulla riduzione dei costi di installazione della banda larga perché in questo modo più famiglie e aziende potranno avere accesso a Internet veloce e ai servizi avanzati che offre. “Sono misure che portano la banda larga ultra-veloce più vicina ai cittadini europei”, ha commentato il vice presidente della Commissione Neelie Kroes. “Potranno essere più facilmente raggiunti anche quelli che vivono nelle zone più remote dove le implementazioni sono più costose”. I costi di ingegneria civile, come quelli degli scavi per posare la fibra ottica, rappresentano fino all’80% delle spese per la realizzazione di reti ultra-veloci e la proposta della Commissione ha l’obiettivo di permettere alle aziende di risparmiare una cifra compresa tra 40 e 60 miliardi di euro.
I servizi digitali del prossimo futuro – dalla Tv connessa al cloud computing alla e-Health – si fondano su connessioni di banda larga veloci e affidabili. Un incremento di almeno il 10% nella penetrazione della banda larga comporterebbe un aumento del Pil dell’1-1,5%, indica la Commissione. L’accordo sulla legislazione europea permette di affrontare quattro tematiche principali: assicurarsi che i nuovi edifici – o quelli ristrutturati – siano pronti a ospitare connessioni di ultra-broadband; aprire l’accesso alle infrastrutture (come cavi, condutture, cabine, pali, antenne, torri) esistenti a condizioni eque e ragionevoli; porre fine alla mancanza di coordinamento tra opere civili; semplificare i processi necessari a ottenere i permessi.
Anche sul fronte dell’e-ID, la Commissione è fortemente impegnata, per far sì che l’identificazione elettronica e altri servizi di autenticazione funzionino da un paese europeo all’altro, senza confini. Le nuove regole sull’e-ID faranno sì per esempio che gli studenti potranno dimostrare la loro identità quando si iscrivono a un’università straniera o che i cittadini potranno riempire le richieste online per i rimborsi sulle tasse in un altro paese Ue; le aziende potranno partecipare elettronicamente ad aste pubbliche in tutti i paesi dell’Ue. Secondo la Direttiva proposta dalla Commissione, i servizi di autenticazione transfrontalieri dovranno rispondere a precisi standard di sicurezza ma essere anche tecnologicamente neutrali.
“L’adozione di questa Regulation on e-ID è un passo fondamentale verso il completamento del Mercato unico digitale”, ha sottolineato la Kroes. “Questo accordo aumenta la fiducia nelle transazioni elettroniche transfrontaliere e da settore a settore, e le rende più convenienti”.
Un quadro regulatorio prevedibile per l’e-ID e i servizi di autenticazione elettronica è fondamentale per promuovere l’innovazione e stimolare la concorrenza. E farà sì che le persone e le aziende possano usare da un paese all’altro le loro identità digitali nazionali per accedere a servizi pubblici in altri paesi Ue, nel pieno rispetto delle norme della privacy e della protezione dei dati. Saranno anche rimosse le barriere ai servizi di autenticazione elettronica da paese a paese, dando loro lo stesso valore legale dei processi basati su carta.
“Questo accordo è fondamentale per il completamento del nostro lavoro sul Mercato unico”, ha commentato Michel Barnier, commissario europeo al Mercato interno. “E’ un passo fondamentale per lo sviluppo dell’e-commerce, della fatturazione elettronica e dell’e-procurement. Le nuove regole permetterano a tutti gli attori sul mercato unico – cittadini, consumatori, imprese, amministrazioni – di sviluppare le loro attività online”.