“Un approfondimento sul Sistri è fra le priorità in agenda per i prossimi giorni. Ritengo valide le due finalità del sistema: la tracciabilità dei rifiuti come contributo essenziale per la lotta alle ecomafie e la semplificazione amministrativa attraverso l’utilizzo delle nuove tecnologie”.
Lo afferma in un comunicato Gian Luca Galletti, ministro dell’Ambiente appena entrato in carica, intervenendo sulle norme della seconda fase del Sistri, il sistema informatico di controllo della tracciabilità dei rifiuti, che entrano in vigore da oggi.
“Le istanze avanzate dai ‘piccoli produttori’ – prosegue il ministro – sono tenute nella massima considerazione. E’ infatti in via di perfezionamento un decreto che assoggetta al Sistri solo imprese ed enti produttori iniziali di rifiuti con più di 10 dipendenti nei settori dell’industria, artigianato, commercio e servizi. Il decreto inoltre – spiega – contiene altre semplificazioni finalizzate a venire incontro alle esigenze dei produttori al fine di assicurare un ‘decollo’ della fase 2 sistema che sia meno problematica possibile”.
“L’obiettivo del Governo – conclude Galletti – è quello di rendere questo strumento, dalla storia travagliata, una ulteriore opportunità per la competitività del paese ed un presidio per la tutela della legalità”.
Finché non sarà entrato in vigore il decreto appena annunciato dal ministro, in ogni caso, le norme prevedono che fino al 31 dicembre 2014 si dovrà continuare a effettuare, su un binario parallelo, anche il tracciamento tradizionale dei rifiuti sui registri cartacei e i formulari di trasporto, mentre l’entrata in vigore delle sanzioni è fissata al primo gennaio 2015. Da oggi il sistema riguarda anche i produttori iniziali di rifiuti speciali pericolosi, mentre era già operativo dal primo ottobre per i gestori e per i nuovi produttori.
Secondo le norme fissate dal decreto milleproroghe, infine, dal 30 giugno, dopo che sarà stato emanato un apposito decreto ministeriale, il sistema sarà esteso in via sperimentale a tutti i gestori di rifiuti urbani.
L’entrata in vigore della fase 2 del Sistri aveva sollevato alcune polemiche, e a farsene portavoce era stato oggi Dario Di Vico dalle colonne del Corsera: “Il sistema (…) che dovrebbe servire per combattere le ecomafie – affermava – intanto però rischia di complicare la vita alle piccole e medie imprese dell’autotrasporto e dell’artigianato”.
La prima adozione del sistema è datata 2007, e suo cammino è stato finora contraddistinto dalle proroghe, tanto che Ermete Realacci, che presiede la commissione Ambiente a Montecitorio, l’ha definito “un legno storto, che rischia di essere un appesantimento burocratico e un sovraccarico amministrativo soprattutto per le Pmi, diversamente da quanto messo in atto negli altri Paesi europei”.