Telecom Italia, Asati: “No allo strapotere del ceo”

I piccoli azionisti chiedono più coraggio sulla governance: “L’indipendenza dei consiglieri sia effettiva. Serve un comitato investimenti e costi”

Pubblicato il 04 Mar 2014

Alle raccomandazioni del Cda uscente di Telecom Italia devono seguire ulteriori proposte sulla governance. Lo precisa Asati (nella foto il presidente Franco Lombardi) che in una nota ricorda come, con una lettera al Consiglio di amministrazione, poneva una specifica richiesta alla società sulla definizione di indipendenza dei futuri consiglieri, affinché tutte le minorities venissero tutelate.

“Il 29 febbraio sui principale quotidiani e sul sito della società veniva diffuso un documento a riguardo – ricordano i piccoli azionisti – Anche se questa di Telecom Italia è una prima proposta, di cui va apprezzata la novità, potrebbe essere resa incisiva solo da una adeguata ed effettiva metrica di misurazione delle azioni dei futuri consiglieri indipendenti”.

Solo il numero di vere proposte strategiche e industriali, durante tutti e tre gli anni di mandato – “proposte che non perseguano gli interessi solo di Telco ed in particolare di Telefonica, come invece è avvenuto negli ultimi sei anni”, precisa la nota – sono secondo Asati la vera ed unica misura del comportamento del “nuovo consigliere indipendente”.

“L’ipotesi di un potenziale accordo con Gvt in Brasile, contatti già avviati del resto da Telecom Italia nel 2010, sono un primo potenziale esempio di come si potrebbero presentare delle nuove proposte di interesse di tutto l’azionariato della società – spiega l’associazione – Per quanto riguarda la professionalità dei nuovi consiglieri, ben descritta dal documento di Telecom Italia riteniamo che oltre a esperti di finanza o accademici, che nelle passate gestioni presenti a iosa, hanno prodotto risultati molto spesso deludenti, sarebbe indispensabile, dal momento che è anche una società ad alto contenuto tecnologico ed innovazione, che ci sia anche un significativo numero di ingegneri che conoscano la tecnologia e il business nel settore dell’Ict”.

Tra l’altro, per evitare un assoluto accentramento di poteri del nuovo ceo – prescindere di chi sia – analizzata l’abolizione del Comitato Esecutivo, Asati rtiene indispensabile la costituzione di un comitato controllo investimenti e costi di cinque consiglieri, costituito dal ceo e quattro consiglieri indipendenti di cui tre delle minoranze.

L’avvio del percorso verso una pubblic company, secondo i piccoli azionisti è “molto lontano e non si potrà realizzare fino a quando non avvenga uno scioglimento di Telco” che Asati si augura “avvenga al più presto”.

“Asati in rappresentanza di tutti i piccoli azionisti risparmiatori e dei suoi 6.000 azionisti iscritti all’Associazione, aveva fatto due richieste principali – si sottolinea nella nota – la rimozione dei 4/5 e la nomina del presidente tra la lista delle minoranze con più voti. L’attuale cda, l’azionista di controllo, tutti i consiglieri, anche perfino quelli definiti indipendenti delle minoranze in quota Assogestioni, ad eccezione di un componente, non solo hanno preso in nessuna considerazione le nostre proposte ma addirittura all’unanimità come risulterebbe dai mass media hanno votato per l’abolizione del Comitato Esecutivo: fatto gravissimo nella storia della nostra società creando così in futuro, al di là di chiunque sarà il Ceo che uscirà dall’Assemblea di aprile, un monarca assoluto privo di ogni forma di confronto e contraddittorio”.

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