Mentre Google guarda ai palloni aerostatici, Facebook guarda ai droni. L’azienda di Mark Zuckerberg ha messo infatti gli occhi sulla Titan Aerospace, azienda che produce droni alimentati a energia solare, e potrebbe acquistarla per circa 60 milioni di dollari. La sfida contro Google, dunque, continua e si sposta sui cieli.
L’operazione che Facebook potrebbe portare a termine è orientata al supporto di una importante iniziativa decisa lo scorso agosto dall’azienda californiana insieme a Nokia, MediaTek, Opera e Qualcomm, cioè Internet.org: un progetto volto a portare l’accesso a Internet ai circa 5 miliardi di persone nel globo che ne sono prive. I droni renderebbero più semplice e rapida la copertura di rete.
La caratteristica principale dei droni di Titan Aerospace è nella possibilità di volare anche 5 anni consecutivi senza mai atterrare, sfruttando l’ampia superficie fotovoltaica che ricopre la scocca, le correnti della stratosfera e una intelligenza di bordo sviluppata per ottimizzare le condizioni di volo dei droni. Facebook avrebbe puntato in particolare il “Solara 60″, uno dei dispositivi sviluppati dalla Titan Aerospace, e sarebbe intenzionata a predisporre in futuro una flotta di 11 mila unità per sorvolare l’Africa ed utilizzarla per portare connettività laddove ancora non sia stato possibile.
Il drone “Solara 60” pesa circa 100 Kg complessivi. L’energia prodotta dalle celle fotovoltaiche sulle ali viene consumata direttamente per i movimenti di stabilizzazione del volo, mentre la parte eccedente viene archiviata all’interno di batterie al litio dislocate all’interno delle ali. Nel corpo centrale sono disponibili invece le componenti elettroniche di controllo del volo, di invio della telemetria alle stazioni di terra e di gestione dei compiti a cui il drone è dedicato. Il peso ridotto (circa 60 Kg in meno rispetto al modello precedente) e l’alimentazione a emissioni zero fa del prototipo un modello ideale per gli scopi che Facebook ha posto a capo del progetto. La Titan potrebbe affidare questi droni a Facebook prima ancora dell’inizio della loro commercializzazione pubblica, prevista per il 2015.
Molte le funzioni che può svolgere il Solara 60: dal monitoraggio degli incendi alle rilevazioni meteo, passando per il monitoraggio di migrazioni, del traffico marittimo e molto altro ancora. Quella che più interessa Facebook è certamente la capacità di veicolare traffico dati da 20 km di altezza dal suolo, coprendo così vaste aree e generando una sorta di cella di copertura in movimento al di sopra del territorio.
L’iniziativa Internet.org, che questa possibile operazione potrebbe accelerare, può essere sicuramente letta attraverso la lente della concezione “democratica” della connettività, ma è innegabile come questo interesse sia anche legato alla necessità dei grandi gruppi di “colonizzare” la socializzazione del mondo tagliato fuori dal digital divide.