BEST PRACTICE

Torino capofila della cybersecurity Ue

Il Politecnico a capo del progetto Secured, fra le sei migliori best practice dell’Unione. Si punta a garantire sicurezza e riservatezza dei dati online su tutti i dispositivi elettronici

Pubblicato il 11 Mar 2014

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E’ guidato dal Politecnico di Torino, “Secured”, il progetto di cyber-security che la Commissione Ue cita tra le sei “migliori pratiche” dell’Unione nel settore. E proprio per favorire lo sviluppo di soluzioni di information technology che possano garantire un ambiente digitale sicuro ed affidabile in Europa, Bruxelles ha messo a disposizione 85 milioni di euro, per il 2014, nell’ambito del programma di ricerca Horizon 2020. Dati Ue rivelano infatti che sono circa 150mila i virus informatici in circolazione ogni giorno e circa 148mila i computer danneggiati quotidianamente nel mondo. Secondo Symantec le vittime di crimini via web subiscono danni per 290 miliardi di euro ogni anno, mentre uno studio di McAfee attesta che i profitti dei crimini on-line si aggirano sui 750 miliardi annui.

Con “Secured” si punta a garantire sicurezza e riservatezza dei dati on-line, di tutti gli utenti di dispositivi elettronici, non solo Pc ma anche tablet, smartphone, Tv e game console collegati ad Internet. La ricerca è partita ad ottobre 2013 ed ha un costo di 4,1 milioni, di cui 2,7 cofinanziati dall’Ue (www.secured-fp7.eu). “Ognuno di noi ormai gestisce o possiede una moltitudine di dispositivi elettronici e non tutti hanno lo stesso grado di sicurezza digitale” spiega Antonio Lioy, docente del Politecnico di Torino e coordinatore di “Secured”.

Il grado di esposizione ad eventuali “attacchi” via web cambia a seconda della rete a cui si è collegati: se una rete aziendale prevede infatti un certo livello di protezione, non si può dire altrettanto della rete mobile 3G, o del wifi di un ristorante o di un caffè. “Per risolvere questi problemi – racconta Lioy – l’idea di Secured è quella di spostare la sicurezza dal dispositivo al primo punto di accesso, alla rete”. In casa sarà il router dell’Adsl, ma per gli spostamenti entreranno in gioco i dispositivi su cui il progetto Ue si sta concentrando. “Noi stiamo sviluppando il software ed i dispositivi, assieme a Hewlett Packard, ma prevediamo anche una soluzione software ‘open-source’ gratuita, cioe’ accessibile on-line usando un normale pc” afferma Lioy. “Secured” prevede diversi tipi di protezione, a seconda della tipologia di utente, tenendo presente che si puo’ anche trattare di un minore.

Per questo del consorzio del progetto fa parte Unicri, l’istituto Onu che si occupa anche di cyber-security ed ha sede a Torino, oltre all’operatore spagnolo Telefonica, ad una società cipriota che effettuera’ il primo test da meta’ 2015 su una piccola comunita’ di utenti, al Politecnico di Barcellona e al centro nazionale di ricerca finlandese Vtt. Molteplici le soluzioni a cui punta il progetto: un pacchetto open-source, dispositivi HP e un servizio chiavi in mano da parte di Telefonica, con un abbonamento Internet che protegge sia la linea di casa che la mobilita’ del cliente.

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