Le Generali “non presenteranno proprie liste per il rinnovo del cda di Telecom, né avranno candidati nelle liste per il consiglio”. Lo ha detto il ceo della compagnia triestina, Mario Greco, durante una conference call. “Però siamo soci di Telco e quindi abbiamo ancora un interesse in trasparenza su Telecom. Voteremo le liste che verranno presentate, da Telco o eventuali altre liste. Quindi ci presenteremo in assemblea ed effettueremo le votazioni o direttamente o attraverso Telco”, ha aggiunto il ceo. La finestra di giugno per l’uscita da Telco “è probabile”, ha aggiunto Greco. “Ci dobbiamo preparare per la prima finestra, se non è la prima sarà la seconda”, ha poi precisato.
Il ceo ha spiegato che la posizione di Generali in Telco è”cambiata fortemente. Da maggiori azionisti siamo diventati più piccoli di Telefonica”. Quindi “il criterio di valutazione è cambiato e abbiamo preferito andare in trasparenza e valutare la quota in base al preciso valore di mercato dei titoli Telecom sottostanti al 31 dicembre scorso. Questo ci mette nella posizione che se dovessimo a giugno esercitare la facoltà di uscita da Telco prevista dai contratti, a quel punto le azioni Telecom saranno riportate nel bilancio al valore di mercato che avranno, partendo dalla base attuale, ovvero 0,72 euro”. Il cfo Alberto Minali ha per altro rilevato che nei mesi di gennaio e febbraio il valore di Telecom è superiore a quello indicato nel bilancio a fine 2013 e questo comporta “una piccola plusvalenza latente”.
“L’idea – ha detto il Cfo-è di dissolvere il veicolo e di ottenere gli asset sottostanti”, cioé le azioni Telecom Italia, che sono “liberamente trasferibili sul mercato. Abbiamo l’opzione, insieme agli altri soci di Telco, di uscire da Telco, di ottenere azioni Telecom e poi decideremo cosa fare”.
Si tratta di un’operazione è coerente con “l’ipotesi di uscita da Telco nei prossimi mesi”, ha sottolineato Minali aggiungendo di ritenere a oggi “meno probabile” la possibilità che Telefonica eserciti la sua opzione a 1,1 euro per azione come previsto dal contratto viste le difficoltà nel dialogo della società spagnola con le autorità brasiliane.
Le decisioni di Generali danno dunque un colpo di acceleratore allo sciogliomento di Telco, sciogliemento che converrebbe anche a Telefonica per risolvere le questioni antistrust sul mercato brasiliano.
Intanto Telco sta cercando un presidente indipendente e di garanzia per Telecom che possa essere gradito anche alle minoranze. Tra i candidati su cui l’azionista di riferimento di Telecom punterebbe, viene confermato, figura Massimo Tononi, presidente di Borsa Italiana ed ex sottosegretario all’Economia sotto il secondo governo Prodi. La disponibilità di Tononi, apprezzato in ambienti Telco, sarebbe subordinata al gradimento di Marco Fossati, socio con il 5% del capitale.
Il nome di Tononi farebbe parte di una piccola rosa su cui Telco starebbe ultimando le sue riflessioni. Le liste per l’assemblea del 16 aprile, chiamata a rinnovare il Cda, dovranno essere presentate entro venerdì 22 marzo ma i giochi dovrebbero definirsi già all’inizio della prossima settimana quando i comitati nomine degli azionisti della holding e, a cascata, il cda di Telco dovranno riunirsi per approvare la lista. Telco punta a proporre un candidato con requisiti di professionalità e indipendenza che gli consentano di ottenere un consenso ampio in assemblea. Dietro le quinte le diplomazie di Telco sono al lavoro per verificare la non ostilità di Findim alla sua proposta.