“L’equivalence of output, vale a dire in sostanza la funzione Open Access, ha fornito adeguate garanzie sulla parità di trattamento e non ha nemmeno dispiegato tutti i suoi effetti positivi”. Tuttavia, la conflittualità che si è generata “è esagerata” e quindi “Telecom Italia ha volontariamente dato la disponibilità a migrare verso l’equivalence of input (modello che garantisce la parità di accesso assoluta alla rete da parte degli operatori alternativi, ndr).
In realtà, ha proseguito Patuano, al momento Telecom Italia sta lavorando a una “equivalence of output rafforzata insieme all’Agcom che, se condivisa da tutti, costerebbe al sistema molto meno”.
“Abbiamo ricevuto richieste di indennizzo per miliardi di euro dagli Olo – ha voluto evidenziare l’Ad – vorrei richiamare tutti a una serietà di comportamento. Penso sia opportuno valutare nel merito le responsabilità di chi fa queste richieste”. Patuano ha dunque ribadito che “la rete non è oggetto di scorporo”.
A sostegno di Patuano è intervenuto il presidente di Agcom, Angelo Marcello Cardani: “Per il momento il controllo della parità di accesso alle compagnie telefoniche concorrenti da parte della divisione rete di Telecom Italia continuerà ad essere attuato con il monitoraggio sulla cosiddetta equivalenza degli output”, ha detto.
“Per il momento occupiamoci di equivalence of the output, di affinare l’attuale sistema, non è il momento di passare al controllo basato sull’equivalence of input”, ha sollecitato Cardani che ha fatto presente che il passaggio alla equivalence degli input “in Gran Bretagna ha richiesto 7 anni per essere messo a punto e quindi è meglio incominciare prima possibile”.
Nell’attuale sistema il controllo della parità di accesso garantita da Telecom Italia agli operatori concorrenti viene svolto utilizzando indicatori di performance e di obiettivo. Di fatto c’è un controllo a posteriori che l’Organismo svolge sull’imparzialità nella tempistica e sulle modalità con cui Open Access serve i concorrenti e la divisione mercato di Telecom Italia. Inoltre l’Organo, su segnalazione degli operatori, svolge istruttorie proprie ad esempio in caso di rifiuto da parte di Telecom di un allaccio o della messa a disposizione di linee all’ingrosso alle altre compagnie telefoniche.
Tornando all’intervento di Patuano, il manager ha ricordato che Telecom Italia “si è messa in condizione di correre, non camminare, sulle sue gambe”, ha poi evidenziato Patuano, spiegando che “nella fase che inizia con il 2014 le basi poste nel 2013 possono trovare un momento di accelerazione straordinaria”. Occorre “ripensare al sistema delle comunicazioni in modo evolutivo. Ha fatto bene l’Europa ad avere così attenzione al tema della concorrenza, ma oggi è la stagione degli investimenti. Ciò non vuol dire dimenticarsi della concorrenza, ma dobbiamo ragionare in una logica pro investimenti”. Telecom Italia “ha tutte le risorse finanziarie e patrimoniali di conoscenza necessarie per cogliere questa sfida”.
Sempre sul fronte investimenti, l’Ad ha ricordato come “l’evoluzione dei servizi video” sia “alla base dello sviluppo della fibra ottica”, motivo per cui serve la disponibilità di “contenuti di qualità sulle reti internet”. In questo contesto ci sono “importanti fondi che arrivano dall’Unione europea” e di cui l’Italia non deve perdere l’opportunità con la predisposizione di regole per il loro utilizzo. A tale proposito Patuano ha detto che “Telecom Italia è disponibile a fronte di un payback ragionevole” indicando come termine temporale “un decennio”.
Patuano ha anche commentato il dibattito che si creato attorno alla governance di Telecom, definito”molto civile” che dimostra “l’interesse straordinario degli azionisti per il miglioramento della governance”. “In sei mesi – ha spiegato – il dibattito su Telecom Italia è cambiato da quello incentrato su un’azienda di cui si mostrava un percorso implosivo ad un discorso sulle prospettive industriali e sulla governance”. Quest’ultimo, ha osservato, è sfociato in un “dibattito molto civile avvenuto, caso più unico che raro nella storia della finanza italiana, in una assemblea” dove e’ emerso “un interesse straordinario degli azionisti per il miglioramento della governance”.
“Credo che gli azionisti di Telecom Italia prenderanno atto del grande lavoro fatto dal Cda uscente nel proporre una serie di raccomandazioni per rinnovare la governance – ha concluso – Mi attendo che la compagine azionaria tenderà a ricomporsi” anche a fronte del percorso avviato dall’azienda “in direzione del rilancio”.