La voglia d’impresa e il “fermento” di chi vuol vedere realizzarsi le proprie idee non si fanno scoraggiare dalla crisi. Si prestano a questa lettura i dati pubblicati da Infocamere e che si riferiscono alla sezione “startup innovative” del registro delle imprese presso le Camere di Commercio: 1.792 le realtà nate dal 17 marzo 2013, data della creazione del registro, per una media di 5 al giorno con l’obiettivo di sviluppare produrre o commercializzare “prodotti o servizi innovativi ad alto valore tecnologico”.
A trainare il settore, in valore assoluto, è la Lombardia con 355 unità, seguita da Emilia-Romagna (202) e Lazio (187). Tra le regioni meridionali è la Campania, con le sue 83 unità registrate, quella con l’insieme più numeroso, seguita dalla Puglia (76) e dalla Sicilia (63). La metà precisa delle imprese innovative italiane, 896, sono concentrate in quattro regioni, tutte del Centro-Nord: Lombardia, Emilia-Romagna, Lazio e Veneto.
La provincia più attiva, secondo i dati di Infocamere, è quella di Milano con 236 startup registrate, segue Roma con 167 poi Torino e Trento rispettivamente con 115 e 73 unità. 99 province su 105 vedono la presenza di almeno una startup sul loro territorio.
“La distribuzione dei dati per forma giuridica – spiegano da Infocamere – mostra come gli startupper nella stragrande maggioranza scelgano prevalentemente la forma giuridica della società a responsabilità a limitata (lo hanno fatto in 1.729 casi pari al 96% del totale). Modesto il contributo fornito dalle società per azioni e dalle cooperative rispettivamente con 33 e 27 casi che rappresentano l’1,8 e l’1,5% del totale”.
Oltre il 30% del totale di aziende “innovative” iscritte in questi ultimi dodici mesi è dato dalle attività legate alla produzione di software e la consulenza informatica, dove al 17 marzo si contano 546 imprese. Molto vivace appare anche il comparto della “Ricerca e sviluppo” (312 unità, 17,4%).
“Per agevolarne la nascita e lo sviluppo – si legge in una nota di Infocamere – lo Stato, con il Decreto Crescita 2.0, ha predisposto una serie di esenzioni ai fini della costituzione ed iscrizione dell’impresa nel Registro delle Imprese, agevolazioni fiscali, nonché deroghe al diritto societario e una disciplina particolare nei rapporti di lavoro nell’impresa”.