MUSICA

Ifpi, boom dello streaming, vale più di un miliardo di dollari

Nel 2013 crescono del 51% i servizi in abbonamento e in streaming, con 28 milioni di persone nel mondo che pagano per la musica online. I download sono il 67% del mercato digitale, ma il loro valore è in calo; prosegue la flessione per il supporto fisico

Pubblicato il 19 Mar 2014

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Le entrate globali prodotte dai servizi musicali in streaming e in abbonamento sono cresciute del 51,3% nel 2013 superando per la prima volta il valore di un miliardo di dollari, come risulta dai dati resi noti dalla federazione che rappresenta l’industria discografica internazionale Ifpi (International federation of the phonographic industry).

Le vendite complessive di musica a livello globale sono invece scese del 3,9% a 15 miliardi di dollari nel 2013; per questo l’Ifpi commenta che, “nonostante segnali positivi di crescita in molti mercati europei e dell’America Latina, uniti all’aumentata diffusione dei servizi online in streaming e in abbonamento, l’industria della musica non ha ancora superato le sue difficoltà”.

Le vendite dei supporti fisici, in particolare, sono scese dell’11,7% l’anno scorso a 7,7 miliardi di dollari. Il formato fisico rappresenta ancora più della metà (il 51,4%) delle entrate globali per l’industria della musica, ma è una percentuale che continua a restringersi (valevano il 56% nel 2012).

Le difficoltà generali del mercato sono state condizionate fortemente da un crollo di oltre il 16% delle vendite musicali in Giappone – il secondo più grande mercato musicale mondiale, pari a un quinto delle revenues globali – dove è marcata la perdita di interesse nei supporti fisici, mentre il mercato digitale deve ancora decollare.

A livello mondiale, però, il mercato digitale gode di ottima salute grazie ai servizi online in abbonamento e allo streaming sostenuto dalle entrate pubblicitarie: le revenues di questi segmenti rappresentano il 27% delle revenues digitali totali, in forte aumento rispetto al 14% del 2011.

Più di 28 milioni di persone in tutto il mondo oggi pagano un abbonamento per avere la musica online, contro i 20 milioni del 2012 e gli appena 8 milioni del 2010.

I download digitali restano una fonte di entrate fondamentale, visto che costituiscono il 67% degli introiti digitali. Ma le revenues generate dai download sono diminuite globalmente del 2,1% in valore, anche se questa perdita è stata controbilanciata dal forte incremento nelle entrate dei servizi in streaming e in abbonamento; le entrate digitali nella loro totalità, a livello globale, risultano dunque in crescita del 4,3% nel 2013 a 5,8 miliardi di dollari.

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