C’è chi si aspetta che la ex commissaria europea alla
concorrenza e attuale titolare della Digital Agenda, Neelie Kroes,
che ha inflitto multe per 2,4 miliardi di dollari in cinque anni
alla Microsoft, continuerà a userà il polso di ferro. In
occasione dell’udienza all’Europarlamento il neo commissario
all’Ict ha lanciato un messaggio chiaro: “Richiameremo
all’ordine gli Stati-membri che non rispettano un mercato
liberale e competitivo”.
Ciò non vuol dire che abbia dichiarato guerra ai big player del
settore. Ma gli abusi di posizione dominante non saranno tollerati.
In merito alla questione della competitività nel mercato delle tlc
in Europa, la Kroes ha dichiarato che “la persistenza di alte
market share o di posizioni dominanti è inaccettabile se accertato
l’abuso”. E sulla possibilità di separazione funzionale delle
reti in caso Mrs Kroes ha dichiarato che “può essere applicata
solo se viene accertata la necessità e giustificata
l’applicazione”. Insomma, è evidente che la priorità è dare
libertà al mercato; solo in seconda battuta si contrasteranno i
comportamenti anti-competitivi. La commissaria ha chiaramente
affermato che preferisce che i mercati si auto-regolino pur
vigilando affinché le aziende si comportino in modo corretto.
Durante il question time la Kroes ha inoltre risposto con un secco
“sì” all’eventualità di eliminare la regolamentazione ex
ante entro il termine del suo mandato. Gli europarlamentari
presenti all’audizione hanno “interrogato” la Kroes anche su
questioni quali le tariffe del roaming, la neutralità della Rete,
le libertà personali su Internet e la lotta ai player
anti-competitivi sul mercato digitale. Se l’ex commissario alla
Società dell’Informazione Viviane Reding è passata alla storia,
fra l’altro, per aver abbassato le tariffe del mobile roaming, la
Kroes ha dichiarato che preferirebbe che fossero i mercati a
regolamentare da soli i prezzi.
La commissaria olandese ha dichiarato poi che lavorerà alla
questione della net neutrality per “migliorarla” – e qui si è
mantenuta sul vago – aggiungendo che per “motivi legittimi”,
come quelli legati alle questioni di sicurezza e alla tutela della
privacy, è “accettabile” che gli operatori chiudano alcuni
servizi. “Ma assolutamente non per motivi commerciali”, ha
puntualizzato.
La titolare della Digital Agenda ha annunciato l’intenzione di
voler spingere gli investimenti nell’infrastruttura broadband in
tutta la Ue, mentre sulla questione della digitalizzazione delle
opere pubblicate (che ha visto gli editori scendere in campo contro
Google), ha annunciato che lavorerà con il commissario designato
al mercato interno, Michel Barnier, per creare un quadro normativo
adeguato nel rispetto del copyright ma soprattutto dei diritti dei
consumatori. Il timore è che “gli altri possano superare
l’Europa”, ha affermato.
Durante l’audizione l’europarlamentare Catherine Trautman ha
toccato un tema scottante lo stesso che ha arenato per molti mesi i
lavori per il via libera al Pacchetto Telecom, ossia la
possibilità per i governi di staccare la connessione a Internet
alle persone accusate di pirateria online senza un processo equo.
Le trattative tra Usa, Giappone e Commissione europea su un nuovo
documento, l’Anti-counterfeiting trade agreement (Acta, Accordo
commerciale anti-contraffazione), potrebbero dare lo stesso potere
ai governi. Ma la Kroes ha rassicurato gli europarlamentari: i
diritti fondamentali vengono prima di ogni cosa.
Le risposte della Kroes non hanno ricevuto il plauso unanime degli
europarlamentari al punto che una nuova audizione è stata indetta
per il 26 gennaio per approfondire alcune delle questioni
affrontate nel primo hearing. Secondo indiscrezioni sarebbe stata
indetta una riunione a porte chiuse della Commissione Industria per
valutare al meglio la posizione del neo-commissario.