Caio: “Agenda digitale, serve un politico che prenda le redini”

Mister Agenda digitale: “Venerdì lo dirò a Renzi: serve delegare qualcuno che abbia i poteri per portare avanti i progetti che abbiamo iniziato. In ballo una riforma strutturale dello Stato”

Pubblicato il 25 Mar 2014

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Le agende del presidente del Consiglio, Matteo Renzi, e di Francesco Caio, commissario di Governo uscente per l’attuazione dell’agenda digitale, trovano per il momento un punto d’incontro venerdì 28 marzo: in quell’occasione potrebbero approfondire i temi dell’agenda digitale e della banda larga. Ad annunciarlo, sottolineando che manca comunque per il momento la conferma ufficiale, è stato proprio Francesco Caio ieri sera da Torino, a margine dell’incontro all’associazione Benvenuti in Italia.

“Sarà un passaggio delle consegne – ha affermato, ricordando che il suo mandato da commissario scadrà il 31 marzo – Poi torno a fare le cose che faccio, la gestione della bottega. Sarà un rendicontamento di dove siamo arrivati, perché poi ci possa essere la delega a un politico che possa continuare”.

Il filo conduttore del ragionamento di Francesco Caio è che a suo parere dovrà essere la politica a riprendere in mano le redini dell’agenda digitale: “Non è una sommatoria di progetti specifici ma riforma strutturale dello Stato con l’obiettivo dell’abbassamento del costo della macchina amministrativa e dell’innalzamento del livello di competitività del paese – ha spiegato – Il rischio che si impantani non risiede nella resistenza della burocrazia, ma ‘nell’assenza della politica. L’agenda digitale – ha continuato – è materia per politici, ed è il motivo per cui io sono stato onorato dalla chiamata di Enrico Letta, ma altrettanto convinto del fatto che non si può fare l’agenda digitale con un commissario di profilatura tecnica”. Quella del tecnico, nella visione di Caio è una figura “che può aiutare a impostare il programma, può aiutare a identificare le priorità attuative, portare delle tecnologie di gestione dei progetti su cui la burocrazia non è fortissima, ma la direzione deve venire dai politici perché la digitalizzazione significa reinventare la realtà e invece se si guarda a molti di quello che si è fatto si è digitalizzato il processo feudale da cui veniamo”.

Francesco Caio è pronto a scommettere sull’impegno del nuovo premier su questa materia: “Sono temi nelle sue corde – ha detto – Lo aveva già sottolineato ai tempi della Leopolda, enfatizzando molto la fatturazione elettronica. Come si fa spending review, contabilità dello Stato, se non si usa uno strumento digitale banale che è quello di fatturare allo Stato attraverso il sistema digitale? La fatturazione elettronica – ha concluso – entra in funzione il 6 giugno e tutti gli altri due progetti hanno uno scadenziario e avranno un loro sviluppo, ma è indispensabile che continui la pressione politica su queste cose”.

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