Implementare lo studio e le analisi dei Big data per ridurre i rischi di frode e aumentare i livelli di compliance e anti-corruzione. Sono le indicazioni che emergono dalla ricerca internazionale commissionata da Ey sul Forensic Data Analytics, “Big risks require big data thinking”. Secondo i risultati della ricerca il 63% dei senior executives di aziende leader nel mondo concordano sulla necessità di aumentare gli sforzi per migliorare le procedure anti frode e anti corruzione, incluso l’utilizzo delle tecniche di Forensic Data Analytics (Fda). La survey prende in considerazione più di 450 executives in 11 paesi, tra cui professionisti della finanza, responsabili internal audit, compliance e legal.
“Con il rafforzamento della collaborazione anche cross-border tra varie le Autorità di Vigilanza (Consob, Ivass, BankItalia, Sec, Antitrust EU, AGCM, ecc..) e tra le Procure dei vari paesi che, anche recentemente, hanno portato ad importanti sanzioni sia pecuniarie che penali per le società e i loro dirigenti – afferma Fabrizio Santaloia, leader Italiano del Fraud Investigation & Dispute Services (Fids) – i consigli di amministrazione dovrebbero sollecitare il proprio management a massimizzare l’utilizzo di strumenti innovativi di Forensic Data Analytics nel quotidiano sforzo di minimizzare il rischio di condotte scorrette in azienda”.
Secondo il 51% degli intervistati i maggiori rischi sono legati a possibili pratiche corruttive (51%), seguita dall’asset misappropriation (43%), dalle frodi di bilancio e contabili (26%) e dal riciclaggio (28%) ; oltre a questi gli intervistati vedono maggiori rischi di malpractices nei progetti d’investimento (35%) e nelle operazioni di mergers & acquisition (13%).
“Secondo il 70% degli intervistati – spiegano da EY – l’utilizzo di nuove tecnologie nell’analisi dei big data può giocare un ruolo chiave nella prevenzione delle frodi e nell’analisi più efficace dei dati, nonostante le società italiane intervistate non abbiamo ancora iniziato a utilizzare questi strumenti all’interno della propria realtà”.
Secondo il 90% degli intervistati i benefici principali derivanti dall’utilizzo della Fda risiedono nel miglioramento del processo di valutazione del rischio e nell’individuazione dei casi di condotta scorretta non rilevabili in precedenza (90%). Secondo il 78% la Fda offre strumenti di comparazione migliori che garantiscono una maggiore efficacia nei processi decisionali legati al rischio frodi; il 65% sostiene inoltre che offrano un contributo nella pianificazione degli audit e nelle attività investigative. Il 78% sottolinea inoltre l’utilità nella rilevazione anticipata di condotte scorrette ed il 53% nella revisione di una grande quantità di dati in un periodo di tempo più breve.
“Il 60% delle società intervistate – rilevano da EY – possiede una struttura interna di investigazione, un dato inferiore rispetto alla media globale (71%); il 65% delle società italiane utilizza strumenti Fda (a livello globale il dato è del 74%).
Passando ai benefici derivanti dall’utilizzo di questi strumenti nelle singole divisioni aziendali, le aree aziendali che maggiormente beneficiano degli strumenti di Fda sono per il 78% il corporate executive management e il consiglio di amministrazione, internal audit per il 68% degli intervistati, il 55% indica l’area legal or compliance, il 60% business unit managers, e il 50% internal investigations or business integrity.
“I risultati della nostra survey evidenziano che se da un lato le società vorrebbero potenzialmente adottare alcuni strumenti di Forensic Data Analytics, dall’altro si stanno perdendo talune importanti opportunità per rendere più efficace l’attività anti frode e anti corruzione – afferma Gerardo Costabile, leader italiano del Forensic Technology & Discovery Services Leader – Attraverso la combinazione di molteplici fonti di dati e facendo leva su avanzati strumenti tecnologici di settore, le aziende sono ora in grado di ottenere nuovi e importanti informazioni dai propri business data”.