“Gli esuberi denunciati nello Shift Plan, la mancanza di prospettive su molte attività, la dichiarata volontà aziendale di ridurre la presenza in Italia a tre sole sedi, sono elementi di forte preoccupazione per i lavoratori e il sindacato”. Lo si legge in un comunicato di Fiom, Fim e Uilm, che annunciano otto ore di sciopero per i dipendenti Alcatel-Lucent per il 31 marzo. L’azienda aveva annunciato nei mesi scorsi 586 esuberi in Italia, circa un terzo della forza lavoro complessiva della multinazionale franco statunitense nel nostro Paese, e più di 10mila licenziamenti in tutto il mondo
“La discussione al tavolo ministeriale, che riprende con il nuovo governo, deve partire da un serio piano industriale e non dai tagli: occorrono progetti e impegni industriali concreti che possano dare un futuro anche alle attività che Alcatel-Lucent non ritiene più centrali per il proprio business – si legge nella nota – E’ necessario fare finalmente chiarezza sui diversi progetti di spin-off o outsourcing, annunciati in questi mesi, a livello locale o multinazionale, su cui mancano tuttora informazioni certe (Optics, Enterprise, Strategic Industries, Field operations, ecc.). Sulle attività che l’azienda intende delocalizzare, occorre ricercare soluzioni che tengano insieme i lavoratori con la loro attività”.
“Dal lato dell’eventuale ricorso ad ammortizzatori sociali – prosegue il comunicato – il Coordinamento ritiene non accettabile continuare nell’utilizzo della cassa integrazione come strumento per spingere i lavoratori a lasciare l’azienda: occorre cambiare decisamente strada. Lo strumento che il sindacato unitariamente reputa adeguato a gestire i problemi occupazionali, in Alcatel-Lucent come già avviene in molte altre aziende, anche di alte professionalità, è il Contratto di Solidarietà”.