Candy Crush affonda a Wall Street nel giorno del debutto. Ieri King Digital Entertainment, la società che produce il popolare videogioco, apre gli scambi a 20,50 dollari, in calo rispetto al prezzo di 22,50 dollari fissato per l’initial public offering (Ipo), con la quale ha raccolto 500 milioni di dollari per una valutazione della società superiore ai 7 miliardi di dollari. La flessione si è accentuata nel corso della seduta, per poi chiudere in calo del 15,56% a 19,00 dollari.
Le richieste per sottoscrivere l’Ipo sono state sette volte l’offerta, ma in molti restano scettici sulle prospetti ve di King Digital Entertainment, temendo che non riesca a produrre un altro videogioco popolare come Candy Crush. Insomma il timore è quello di una nuova Zynga, altro produttore di giochi sbarcato in Borsa con un’ipo molto attesa che poi ha deluso, con la società che non è riuscita a replicare il successo di “Farmville”.
La storia di King è “stata un successo, i nostri giochi – afferma Riccardo Zacconi, l’amministratore delegato di King – sono popolari, e lo sono su ogni piattaforma. La base di utilizzatori” dei giochi di King è stata “ampliata da Candy Crush e questo aiuterà gli altri giochi. Abbiamo un modello di business unico”. Zacconi, nato e cresciuto a Roma, è stato nominato dal Guardian uno dei 100 più influenti al mondo nel mondo dei media. “L’ipo è l’inizio di una maratona. Quello che vogliamo raggiungere non è trovare un’altra Candy Crush: vogliamo costruire un portafoglio di giochi”. Ecco perché .assicura il manager – “non faremo la fine di Zynga”. Nonostante il tonfo Zacconi incassa 600 milioni di dollari.