L’aumento in 10 anni del grado di istruzione italiano al livello dei paesi più avanzati fa innalzare il Pil fino al 15% in termini reali, cioè 234 miliardi, con un guadagno di 3.900 euro per abitante. E’ quanto stima il Centro studi di Confindustria, a margine del convegno biennale ‘Il capitale sociale e umano: la forza del Paese’ tenutosi nella cornice del Teatro Petruzzelli di Bari.
Secondo il Csc studiare rafforza la possibilità di trovare un lavoro: il tasso di occupabilità tra i laureati è del 40% più alto rispetto a quello dei diplomati, anche se l’università italiana “resiste alle riforme e ai cambiamenti”. La scuola invece “non è immobile e immutabile” e reagisce meglio al cambiamento sociale ed economico, afferma il Csc. “Studiare conviene anche in Italia – conclude il centro studi degli industriali – ed è molto importante la collaborazione tra mondo dell’istruzione e imprese”.