Sfr, partita aperta: Vivendi studia anche l’offerta di Bouygues

Il gruppo francese è ancora in trattative esclusive con Altice-Numericable ma secondo Le Monde sta valutando anche la ricca proposta di Bouygues, che offre 1,4 miliardi cash in più dei rivali

Pubblicato il 31 Mar 2014

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La partita per Sfr non è affatto chiusa. E la determinazione con cui il gruppo Bouygues ha continuato a rilanciare la sua offerta alla conglomerata Vivendi nonostante l’apertura di trattative esclusive con AlticeNumericable sembra essere stata premiata. Il comitato ad hoc di Vivendi istituito per gestire la vendita della unit telecom Sfr ha infatti cominciato a studiare la proposta di Bouygues Telecom, pur senza avviare dei negoziati, secondo quanto riferisce il quotidiano francese Le Monde.

Sono infatti ancora in corso le tre settimane di trattative esclusive e di due diligence intavolate da Vivendi con la candidata Numericable (si chiuderanno il 4 aprile), ma il comitato non ha potuto ignorare la proposta molto allettante di Bouygues, che ha messo sul piatto 1,4 miliardi di euro cash in più di Altice, la casamadre dell’operatore del cavo Numericable. Nell’ultima offerta presentata a Vivendi, Bouygues dà 13,15 miliardi cash contro gli 11,75 miliardi di Altice.

Il presidente di Bouygues Martin Bouygues ha anche mandato una lettera a Vivendi promettendo che se verrà scelta non procederà ad alcun licenziamento nei tre anni successivi alla fusione BouyguesSfr (anche Numericable ha presentato la stessa garanzia).

Il comitato di Vivendi potrà già mettere a confronto le due offerte e le loro diverse caratteristiche entro il 4 aprile ma probabilmente avrà bisogno di più tempo per decidere quale scegliere, secondo quanto rivelano le fonti di Le Monde.

Separatamente, l’autorità di Borsa francese Amf ha ricordato alle società quotate AlticeNumericable, Bouygues e Vivendi che devono rispettare le regole sulla comunicazione finanziaria anche se Sfr non è quotata. L’ente regolatore ha rivelato di aver finora ricevuto solo risposte parziali alle sue richieste di informazioni esaurienti e ha messo in guardia le tre aziende sulle sanzioni nelle quali rischiano di incorrere se non forniscono al mercato informazioni “accurate, precise e veritiere”.

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