LA VERTENZA

Alcatel-Lucent, il Governo: “Giudizio positivo su cessione Optics”

Il viceministro De Vincenti incontra i vertici italiani dell’azienda e i sindacati: “Ora confronto sui 300 esuberi che dal 3 aprile saranno in Cassa integrazione straordinaria”. Nuova riunione del tavolo entro due settimane

Pubblicato il 31 Mar 2014

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E’ “molto positiva” la valutazione del Governo sul negoziato, in fase di due diligence, tra Alcatel-Lucent e l’azienda italiana Microelettronica Siae per la cessione in outsourcing concordata per le attività legacy del segmento Optics italiano di A-Lu.

“Contestualmente – si legge in una nota del Ministero per lo Sviluppo economico – il Governo invita azienda e sindacati ad avviare il confronto sui 300 esuberi – dichiarati dalla Alcatel-Lucent in altri comparti – per i quali il 3 aprile l’Azienda avvierà la procedura di cassa integrazione straordinaria”.

Della questione di è discusso oggi in una riunione al Mise presieduta dal viceministro Claudio De Vincenti (nella foto), alla quale hanno preso parte il management aziendale italiano, le rappresentanze sindacali e le Regioni interessate, che sono Lombardia, Lazio e Campania. “L’incontro – affermano dal ministero – si è concluso con l’intesa di convocare nuovamente il Tavolo entro due settimane per un aggiornamento della vertenza”.

La notizia del memorandum d’intesa per dare in outsourcing una parte del ramo Optics tra Alcatel-Lucent e Siae Microelettronica era arrivata venerdì: grazie al fatto che 300 dipendenti passeranno a Siae, lo “Shift plan” previsto dalla multinazionale franco-statunitense in Italia si ridimensiona, con gli esuberi che passano da 590 a 290, e proprio su di loro si concentrerà l’attenzione per il futuro, per capire quali soluzioni si possano trovare.

Alla fine di febbraio Michel Combes, amministratore delegato di Alcatel-Lucent, era stato ascoltato in un’audizione informale alla commissione Attività produttive della Camera: “Alcatel-Lucent – aveva detto – scommette sull’intenzione che gli investimenti pubblici e privati previsti per l’Agenda digitale verranno fatti e saranno indirizzati principalmente alle aziende europee presenti nel paese, per questo l’Italia è un luogo dove intendiamo rimanere e mantenere le attività”.

Intervistato dal Corriere delle Comunicazioni a metà marzo, il numero uno della società aveva affermato: “Nessun abbandono dell’Italia, ma la riorganizzazione è necessaria. Troppa dispersione e costi operativi eccessivi. Il Futuro? Ottica e trasmissione wireless”.

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