Pubblichiamo le opinioni dei deputati e dei senatori che hanno aderito all’intergruppo sull’Innovazione. Un insieme di eletti bipartisan che “fa gruppo” con l’obiettivo di sensibilizzare i palazzi e indirizzare i provvedimenti esaminati da aule e commissioni per “rimettere il digitale al centro delle decisioni parlamentari”.
Risponde Paolo Coppola, classe 1973, professore associato di Informatica, , eletto alla Camera nella lista del Partito Democratico, iscritto al gruppo Pd e membro della commissione Trasporti, Poste e Telecomunicazioni.
Come è nata l’idea di creare questo intergruppo?
Volevamo trovare uno strumento per mettere insieme i parlamentari che sono interessanti e sensibili alla materia. Poi ragionando insieme a Stefano Quintarelli gli ho proposto di dare a questo gruppo una caratterizzazione originale, di farlo lavorare come se fosse una commissione. Tra l’altro ho anche fatto una proposta di modifica di regolamento per istituire una commissione su Agenda digitale e innovazione tecnologica, che dovrebbe occuparsi, per tutti i provvedimenti di legge, di dare una sorta di parere digitale. Proveremo a fare questo lavoro, anche se in modo più faticoso perché non potremo contare sul supporto degli uffici, e dovremo farlo nel tempo extra rispetto a tutti gli altri impegni parlamentari. Ma vogliamo iniziare a farlo, a controllare i testi, vedere se è possibile presentare emendamenti, farli insieme, discutere su come orientarli dal punto di vista della tecnologia e dell’innovazione digitale.
A che punto siete nell’organizzazione?
Abbiamo una sorta di mailing list su cui facciamo le discussioni, per raccogliere i suggerimenti di modifica. Ad esempio: ho preparato un’interrogazione, l’ho messa su Google Docs e condiviso il link aperto a commenti rispetto ai membri del gruppo, in modo che il testo finale possa venire fuori da una processo di scrittura collaborativa.
Quali possono essere i primi provvedimenti su cui intervenire?
In questo momento abbiamo un’interrogazione su uno dei tanti Dpcm che mancano per l’attuazione dell’agenda digitale, quello sull’analisi dei numeri civici, e contemporaneamente anche una proposta di emendamento al decreto legge sulle scuole nei comuni di montagna, dove un articolo ha a che fare con la possibilità di fornire strumenti a supporto della didattica. L’idea diffusa tra di noi è che prima di dare supporti tecnologici bisogna assicurarsi che ci sia connettività. Vorremmo modificare quell’articolo dicendo che bisognerebbe dare priorità alla connettività, lasciando per un momento successivo tutti gli altri supporti eventuali. L’idea è di monitorare tuti i provvedimenti di legge, tant’è che abbiamo membri dell’intergruppo in tutte le commissioni.
Tra gli obiettivi c’è anche quello di sensibilizzare gli altri vostri colleghi?
Abbiamo in mente anche di organizzare incontri. La prima riunione dell’intergruppo, ad esempio, era stata organizzata in occasione della conferenza sulla governance di Internet. Inoltre, nei giorni scorsi alcuni membri dell’intergruppo hanno fatto visita ai data center di I-net, per vedere cosa vuol dire avere dei data center al top. Uno dei temi su cui si sta operando con l’Agid è il consolidamento dei datacenter della pubblica amministrazione, e quindi vedere come funziona un datacenter all’avanguardia può essere molto utile. Nella lista delle cose da fare ci sono anche gli incontri mutuati sul modello delle audizioni delle commissioni, con player e stakeholder del settore. Chiaramente se avessimo la commissione lo faremmo nel modo classico, ma anche se non abbiamo lo strumento migliore iniziamo a darci da fare.
Come è stata accolta questa iniziativa dagli altri parlamentari?
Bene, ci sono tanti colleghi che hanno aderito, e che rispondono. La partecipazione è alta, poi chiunque ha fatto un po’ di costruzione di community online e offline sa che costruire il gruppo è una cosa difficile. Ma le premesse sono buone.