Telecom Italia, Recchi: “Sarò garante di tutti i soci”

Il candidato di Telco alla presidenza: “La mia priorità sarà far funzionare bene il board”. E sottolinea: “La compagnia si avvia a diventare una vera public company”

Pubblicato il 02 Apr 2014

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“Il presidente di una società quotata deve essere l’elemento di garanzia tra gli azionisti e il management, con una priorità: far funzionare bene il board, che è l’organo supremo della società”. E’ quanto ha affermato, in un’intervista al Corriere della Sera, Giuseppe Recchi, attuale presidente dell’Eni e candidato alla presidenza in Telecom, indicato dagli azionisti di riferimento raccolti nella finanziaria Telco.

“Il consiglio di amministrazione – spiega – è l’organo sovrano e ogni consigliere, una volta eletto, deve spogliarsi della maglietta di lista che ha indossato e avere come unico obiettivo l’interesse della società, che a sua volta è quello di tutti gli azionisti”. E la regola vale “soprattutto per il presidente, che racchiude in sé la rappresentanza dell`intero consiglio”. Mentre “le proposte sulle strategie toccano all’amministratore delegato”. Recchi ha poi definito “sacra la liturgia della governance” affermando che “ruoli e competenze non vanno interpretate nell`interesse di alcun azionista particolare”.

“Telecom – ha osservato Recchi – si avvia a diventare una vera public company. Sono stato selezionato tra diversi candidati per far parte di un progetto industriale che riguarda una delle più importanti aziende del Paese. Una sfida impegnativa e affascinante su cui misurarsi”. E quanto agli azionisti di riferimenti che al momento continuano a pesare ha detto: “Sì, ma nel giro di qualche mese Mediobanca, Intesa Sanpaolo e Generali usciranno di scena. Lo hanno annunciato e lo faranno. Rimarrà soltanto Telefonica che, come socio al 15 per cento, sarà soltanto un partner industriale. Avrà un ruolo importante, diverso però dall’essere l`azionista di controllo o di riferimento”.

“Il percorso seguito finora – ha spiegato – è stato turbolento, ma fa parte del passato. I fatti dimostrano che è stato fatto moltissimo per creare un modello di governance il più aperto possibile. Tutto, o quasi, è cambiato. Le liste per il nuovo board sono di indipendenti a tutti gli effetti, senza conflitti d’interesse e con standard d`integrità, indipendenza e internazionalizzazione. Io stesso penso di esserne la conferma”.

Nella visione di Recchi “il board essere realmente indipendente, che significa agire nell`interesse esclusivo della società. Anche gli spagnoli sono d`accordo e hanno votato la nuova governance”.

Infine, a proposito della richiesta di deleghe operative come presidente Recchi ha risposto: “Non sono importanti deleghe specifiche ma la capacità di fare squadra. La funzione principale di un presidente è far lavorare il team dei consiglieri nel modo migliore, cioè come un equipaggio in cui tutti remano nella stessa parte”.

Intanto il candidato di Telco incassa l’appoggio dei fondi. Iss, che a dicembre scorso si era schierato a favore della revoca del cda Telecom proposta dalla Findim di Marco Fossati, consiglia ai fondi, in vista dell’assemblea del gruppo tlc di metà aprile, di votare per la lista Assogestioni e per Giuseppe Recchi, candidato della lista Telco, alla presidenza. Il motivo – come spiega il proxy advisor in un report datato 31 marzo – è semplice: Recchi e Vito Gamberale, nome proposto da Findim, potrebbero entrambi “ricoprire bene la carica di presidente”, ma mentre il primo, appartenendo alla lista di maggioranza (Telco ha il 22,4% di Telecom), “sarà sicuramente votato in consiglio e quindi idoneo ad assumere la presidenza”, il secondo, “nonostante sia un candidato qualificato, potrebbe non essere eletto, considerando l’attuale struttura azionaria di Telecom e i risultati di voto passati”. Per i fondi è quindi “più sicuro votare per Recchi”: se Gamberale, primo nome della lista Findim (azionista con il 5% di Telecom), non dovesse essere eletto consigliere e Recchi fosse bocciato dagli azionisti, la decisione passerebbe all’assemblea e gli investitori che votano per delega non avrebbero visibilità sulla decisione finale. Quindi, conclude Iss, “ai fondi che votano per delega conviene conoscere il nome e il profilo del candidato che andra’ alla presidenza e Recchi possiede tutte le qualità per diventare presidente di Telecom”.

L’attuale presidente di Eni “è un candidato indipendente con l’esperienza e il profilo adatto”, anche se “non ha le competenze del settore tlc che ha Gamberale“. Il proxy advisor spiega anche la decisione di votare per Assogestioni: la lista contiene il nome di “un candidato indipendente con esperienza nel settore e nell’azienda”, Lucia Calvosa, che “ha dimostrato di essere non solo un consigliere indipendente sulla carta, ma anche un pensatore indipendente”. Inoltre, “la lista di minoranza è stata presentata da investitori istituzionali (italiani e internazionali), quindi, con interessi piu’ in linea con altri investitori istituzionali”. Proprio per alzare il numero di amministratori eletti dalle minoranze, Iss consiglia un cda a 11 membri.

Iss riconosce comunque a Fossati di aver aperto la strada al percorso che porterà Telecom a diventare uan public company; nel report si sottolinea l’importanza che l’elezione del presidente avvenga in Assemblea, come forte elemento di democrazia per tutti gli azionisti, riconoscendo a Findim il merito di aver chiesto tale passaggio assembleare.

E anche Glass Lewis preferisce il candidato di Telco. Il proxy advisor Glass Lewis raccomanda il voto alla lista Assogestioni e Giuseppe Recchi alla presidenza di Telecom Italia . L’advisor ritiene che su Vito Gamberale, candidato da Marco Fossati pesi il rischio di un potenziale conflitto di interessi. Gamberale è presidente del fondo F2i, azionista di riferimento di Metroweb, società che offre in affitto fibra ottica spenta a diversi operatori del settore tra cui Telecom Italia.

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