SICUREZZA

Cybersecurity, il 29% degli attacchi viaggia sui social

Secondo i dati di beanTech e Dell SonicWall spesso le aziende non sono nemmeno consapevoli delle intrusioni che subiscono. Cristiano Cafferata: “Quasi tutte le società hanno molti punti scoperti”

Pubblicato il 07 Apr 2014

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“Scarsa conoscenza della portata del problema e dei rischi che si corrono, soprattutto a livello aziendale”. E’ quanto emerge dall’analisi sulla cybersecurity di beanTech, azienda friulana specializzata in soluzioni IT, insieme con Dell SonicWall, azienda leader a livello mondiale per le soluzioni di protezione di dati e rete, che hanno tracciato l’anatomia degli attacchi informatici più frequenti e delle soluzioni per difendersi.

“Lo spionaggio industriale è molto diffuso, anche tra le Pmi italiane, e spesso si è vittima di attacchi senza nemmeno saperlo – spiega Daniele Berini, sales specialist di beanTech – Ci siamo imbattuti in un’azienda che perdeva sempre i bandi di gara, in quanto una concorrente faceva offerte più basse di pochi euro: abbiamo scoperto che erano riusciti a entrare nel sistema aziendale in modo da vedere l’offerta in anteprima e tarare la loro di conseguenza».
Oggi, soprattutto per le piccole e medie imprese, il rischio di essere oggetto di un attacco informatico è molto più di un’ipotesi: “Quasi tutte le aziende hanno molti punti scoperti che possono essere presi di mira dai cyber criminali: di solito tali aziende investono in soluzioni che, quasi sempre, sono slegate tra loro o che non riescono a tenere il passo delle nuove minacce – dice Cristiano Cafferata (nella foto), team leader Dell Security Italia – Facciamo l’esempio di una casa: è come avere l’allarme sulle porte, ma non sulle finestre. Molte aziende, ad esempio, hanno un buon firewall, ma non sanno che, se anche l’email non è protetta, può far entrare dei sistemi che lo aggirano. Senza contare che, sia gli attacchi, sia le soluzioni, sono in costante mutamento. La proposta di Dell è la Connected Security per far lavorare in sinergia i vari dispositivi di sicurezza, mantenendoli sempre aggiornati. Uniscono ad esempio il firewall con l’antispam con l’identificazione dell’utente, in modo da non lasciare punti scoperti”.

Secondo i dati Dell, il 79% delle aziende che l’anno scorso hanno avuto incidenti informatici hanno avuto un impatto finanziario o sulla reputazione. Oggi il 75% degli attacchi ha delle motivazioni economiche e non ha un target specifico. E poi ci sono le nuove frontiere degli attacchi informatici: il 29% degli attacchi viaggia sui social (e-mail, telefonini e social network).

“Le vulnerabilità non risolte e la perdita di dati sono ancora argomenti caldi in tema di sicurezza, ma ciò che rende la loro risoluzione ancora più difficoltosa è dato dalla diversità dei dispositivi su cui si fruiscono le informazioni – aggiunge Claudia Parodi, channel account manager di Dell SonicWall – Gli smartphone sono uno dei fronti più esposti agli attacchi per diversi motivi: sono molto più diffusi dei computer ed è quindi normale che diventino dei bersagli; non sono stati creati con il concetto della sicurezza ed infine, in quanto spesso utilizzati attraverso il Byod – Bring Your Own Device, sono esposti a notevoli rischi. Senza considerare che basta banalmente perdere il telefono per perdere i dati. Anche aziendali”.
“Oggi ci sono gli Mdm, Mobile Device management – aggiunge Cafferata – software che nascono per il controllo e che permettono di dividere in due il disco dello smartphone, una parte per i dati aziendali e una per quelli personale. In questo modo l’azienda può cifrare la parte che la riguarda, anche quando vengono esportati su cloud o su Dropbox, può cancellare i dati in caso di furto/perdita o geolocalizzarli”.

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