SUPPLY CHAIN FINANCE

Pagamenti, l’Ict “salva” i creditori

In momenti di tensione finanziaria si allungano i tempi del debito nei confronti dei fornitori e l’effetto domino fa soccombere i soggetti più in difficoltà. Perego (Polimi): “Le tecnologie aiutano a migliorare il controllo e rendono più efficienti i processi transazionali”

Pubblicato il 09 Apr 2014

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Dalla Supply Chain Finance provengono alcune delle proposte innovative per la gestione dei pagamenti delle forniture di natura commerciale. In momenti di tensione finanziaria succede che chi acquista può allungare i tempi di pagamento, chi vende, a sua volta, paga in ritardo i fornitori.
L’effetto domino coinvolge, così, un sistema molto più ampio in cui, alla fine, qualcuno perisce definitivamente. Di solito, per legge naturale, è il più debole, anche se, spesso, può essere molto bravo nella sua attività, ma non dispone dei mezzi finanziari. Dalla crisi economico-finanziaria ereditiamo la stretta creditizia delle banche, l’allungamento dei tempi di pagamento, l’aumento del costo del denaro. I Paesi di matrice anglosassone, notoriamente propensi alla finanza e innovativi anche da un punto di vista normativo, sono quelli che cercano, prima di altri, soluzioni per ammortizzare le tensioni finanziarie, calmierare i picchi di squilibrio, distribuire su un sistema i benefici e i costi. “Si possono individuare soluzioni tradizionali, innovative o di collaborazione, diverse tra loro, ma con un denominatore comune: l’Ict”, dichiara Alessandro Perego, Ordinario al Politecnico di Milano e Responsabile Scientifico dell’Osservatorio Supply Chain Finance.

“In alcuni casi – continua – le tecnologie aiutano a migliorare il controllo e rendono più efficienti i processi transazionali, in altri sono fattori realmente abilitanti, senza i quali non sarebbe possibile gestire processi complessi in tempo reale.” Per i servizi più innovativi si parla di Dynamic Discouting, Reverse Factoring “evoluto”, camere di compensazione e anticipi su fattura “extrabancari” (si vedano box in pagina). I nomi che adottano questi sistemi sono autorevoli e vanno dal Gruppo Otb a Gucci, da Heineken a Philips, da Ferrara Food a Unilever. Solo grandi aziende? “I promotori possono essere le grandi aziende, ma la necessità di controllare il capitale circolante netto (saldo tra scorte, crediti e debiti commerciali, ndr) è trasversale a qualsiasi dimensione. Anzi, la flessibilità di questi strumenti ben si adatta alle necessità delle Pmi. Qualcosa su cui riflettere, per aumentare la conoscenza delle soluzioni, visto il nostro panorama imprenditoriale di piccola dimensione”.

Oltre a un orientamento culturale geneticamente diverso, il Regno Unito ha però messo in campo norme ad hoc: da David Cameron interventi normativi proprio a favore dell’Spc. Due gli elementi sui quali il nostro Paese deve lavorare: impianto normativo e digitalizzazione diffusa, presupposti importanti per diffondere l’innovazione. In un sistema economico si sviluppano semplici relazioni commerciali tra clienti e fornitori, ma esistono anche filiere e situazioni di collaborazione diffusa con molteplici modelli per la gestione delle scorte dei prodotti. Il vero tema è salvaguardare la qualità degli attori, mantenendo il sistema in equilibrio, in una logica win-win. I benefici dell’Spc si possono sintetizzare in cinque categorie: finanziari, legati alla riduzione del capitale circolante netto; economici, connessi al miglioramento dell’utile, che aumenta grazie alla diminuzione degli oneri finanziari e agli sconti sugli acquisti; strategici, distribuiti ai partner di filiera e dovuti alla distribuzione degli equilibri economico-finanziari sul sistema e non sul singolo soggetto; di efficienza, derivanti dall’elevato grado di informatizzazione necessario per applicare le soluzioni di Scf; di new business, soprattutto per gli operatori finanziari, che possono erogare i finanziamenti riducendo i rischi con un maggiore controllo sulle informazioni collegate al merito creditizio.

“Il Supply Chain Finance – conclude Perego – rappresenta anche un momento di convergenza tra tecnologia, finanza e mondo del B2b. Ciascuno porta know-how specialistico, il cui valore complessivo è superiore alla somma dei singoli addendi. Anche questi strumenti, sui quali occorre investire in chiave di maggiore diffusione, possono dare un contributo o una scossa, sulla strada dell’innovazione e della ricerca di soluzioni complementari o alternative a quelle tradizionali per affrontare la crisi”. Il Sistema, ancora una volta, è la formula vincente per gli operatori economici, finanziari e istituzionali in genere.

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