Nuove norme più rigorose per disciplinare l’uso dei droni civili. E’ la proposta formalizzata oggi dalla Commissione Europea, che ha messo sotto la propria lente d’ingrandimento i temi della sicurezza, della riservatezza, della protezione dei dati, dell’assicurazione e della responsabilità nel settore. “L’obiettivo – si legge in una nota della Commissione – è consentire all’industria europea di diventare un leader mondiale sul mercato di questa nuova tecnologia”.
“I droni per l’uso civile possono rilevare i danni subiti dalle infrastrutture stradali e dai ponti ferroviari, monitorare le catastrofi naturali come le inondazioni e irrorare le colture con un’estrema precisione – Il vicepresidente della Commissione Siim Kallas, responsabile per i Trasporti – Esistono di tutte le forme e dimensioni. In futuro potrebbero addirittura recapitarvi i libri dalla vostra libreria online preferita. Ma molte persone, me compreso, esprimono la loro preoccupazione riguardo alla sicurezza e alle questioni di riservatezza di questi apparecchi”.
La tecnologia dei droni per l’uso civile sta giungendo alla maturità ed esiste un significativo potenziale di crescita e di occupazione. Secondo alcune stime, nei prossimi 10 anni potrebbe rappresentare il 10% del mercato dell’aviazione, pari a 15 miliardi di euro l’anno. “Se c’è un momento giusto per farlo e farlo a livello europeo è ora – conclude Kallas – proprio perché questi apparecchi, quasi per definizione, valicano i confini e l’industria si trova nella fase iniziale. Abbiamo l’occasione di adottare un unico insieme di norme omnibus, come per gli aeromobili di maggiori dimensioni”
“La sicurezza – spiegano alla commissione – è la principale priorità politica europea nel settore dell’aviazione. Le norme europee saranno basate sul principio che i droni per l’uso civile debbano garantire un livello di sicurezza equivalente a quello dell’aviazione munita di equipaggio. L’Aesa, l’Agenzia europea di sicurezza aerea, inizierà a elaborare norme specifiche a livello europeo per gli aeromobili pilotati a distanza”.
“I dati raccolti dai sistemi aerei pilotati a distanza – spiegano da Bruxelles – devono rispettare le norme vigenti in materia di protezione dei dati e le autorità preposte devono controllare la raccolta e l’elaborazione dei dati personali. La Commissione valuterà come garantire che le norme in materia di protezione dei dati siano pienamente applicabili a questo tipo di apparecchi ed eventualmente proporrà modifiche oppure orientamenti specifici”.
“I droni per l’uso civile – prosegue il comunicato – possono essere oggetto di azioni potenzialmente illecite e di minacce per la sicurezza, come gli altri aeromobili. L’Aesa inizierà a sviluppare le necessarie prescrizioni di sicurezza, nella fattispecie quelle intese a tutelare i flussi di informazioni, e successivamente proporrà obblighi giuridici specifici destinati a tutte le parti (per esempio, ai gestori del traffico aereo, agli operatori e ai fornitori di servizi di telecomunicazione) che le autorità nazionali applicheranno”.
“L’attuale sistema di responsabilità nei confronti di terzi è stato stabilito principalmente in termini di aeromobile con equipaggio, in cui la massa (a partire da 500 kg) determina l’importo minimo dell’assicurazione. La Commissione valuterà la necessità di modificare le norme in vigore per tener conto delle specificità dei sistemi aerei pilotati a distanza”.
“La Commissione intende fornire un impulso al lavoro di R&S, in particolare ai fondi unionali di R&S gestiti dall’impresa comune SESAR (Cielo unico europeo) affinché i tempi necessari per l’inserimento di questi apparecchi nello spazio aereo europeo siano abbreviati al massimo. Le PMI e le start-up del settore riceveranno un sostegno all’industria per sviluppare le opportune tecnologie (programmi Orizzonte 2020 e COSME)”.
Nel 2014 la Commissione effettuerà una valutazione (d’impatto) approfondita per esaminare le problematiche e definire le migliori prassi in merito, cui può far seguito una proposta legislativa che sarà sottoposta all’approvazione degli Stati membri e del Parlamento europeo. L’Aesa può inoltre iniziare immediatamente a sviluppare le norme di sicurezza necessarie. Fra le altre misure si possono annoverare le azioni nell’ambito dei programmi Ue esistenti, come Sesar, Orizzonte 2020 o Cosme. “Tutto questo lavoro – concludono dalla Commissione – mira a realizzare l’obiettivo dichiarato dal Consiglio europeo di dicembre 2013, ossia garantire una progressiva integrazione degli RPAS nello spazio aereo a partire dal 2016”.