LA SENTENZA

Wind, il Tar annulla la multa Antitrust: “Il diritto di recesso competenza Agcom”

La sanzione da 190mila è stata comminata nel 2009. Ma il Tribunale amministrativo ha rigettato il provvedimento

Pubblicato il 14 Apr 2014

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Era stata multata nel 2009 dall’Antitrust per 190 mila euro per pratica commerciale scorretta con riferimento ad attività connesse al passaggio dell’utenza telefonica fissa di singoli consumatori ad altro operatore concorrente; adesso Wind si è vista annullare dal Tar quella multa, giacché i giudici amministrativi hanno ritenuto che competente a sanzionare condotte come quelle contestate non è l’Antitrust, bensì l’Agcom.

Nel 2009 l’Antitrust sanzionò Wind per non aver consentito a diversi consumatori che avevano espresso la volontà di migrare verso un altro operatore di telefonia fissa, di esercitare il diritto di recesso, utilizzando una serie di comportamenti ostruzionistici. La condotta contestata – ne dà conto il Tar nella sua sentenza – fu ritenuta contraria alla diligenza professionale e idonea a limitare considerevolmente o addirittura escludere la liberta’ di scelta o di comportamento del consumatore.

Il Tar ha ritenuto adesso pertinente “il richiamo alle precedenti pronunce con le quali la Sezione, in altre fattispecie pure attinenti al settore delle comunicazioni elettroniche, in piena adesione agli orientamenti espressi dall’Adunanza Plenaria” si legge nella sentenza – ha risolto in favore dell’Agcom la questione dell’individuazione dell’Autorità competente ad adottare provvedimenti sanzionatori in materia di tutela del consumatore nel settore all’odierna attenzione”. Alla fine, i giudici hanno rilevato che “con la impugnata delibera, l‘Agcm è andata a sanzionare condotte la cui repressione, in virtù di specifiche disposizioni normative, è dall’ordinamento affidata ad altro soggetto pubblico, ossia l’Agcom“. L’effetto è “di risolvere in favore dell’Agcom il conflitto di competenza in discussione e di decretare la conseguente esclusione dell’applicazione delle norme generali del Codice del consumo alla condotta in esame”, con l’accoglimento del ricorso e l’annullamento del provvedimento sanzionatorio.

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