Il nuovo Cda di Telecom, in corso a Milano e guidato dal presidente Giuseppe Recchi, si prepara a confermare Marco Patuano amministratore delegato, a ripartire le deleghe e a nominare i comitati interni. Per Recchi, nominato in un’assemblea che ha visto per la prima volta i fondi andare in maggioranza rispetto al socio di riferimento Telco, si profila una presidenza non operativa, lontana dal ruolo ricoperto dal suo predecessore Franco Bernabè.
Ieri, secondo quanto riporta il Sole 24 Ore, c’è stato un incontro riservato tra Patuano e Recchi per discutere della ripartizione delle deleghe.
In attesa del risultato, l’assemblea lascia intanto i suoi strascichi. Marco Fossati, che ha provato a sparigliare le carte, dirottando i propri voti sulla lista di Assogestioni e sacrificando il proprio candidato, Vito Gamberale, per rimanere alla fine escluso, accusa Telco di bloccare il delinearsi di una public company.
”A poche settimane dall’ annunciato scioglimento di Telco, l’atteggiamento di chiusura ed arroccamento alle richieste di Findim con il mercato, evidenziato ieri in assemblea, appare sempre più incomprensibile, spiegandosi solo con un atto di arroganza verso il mercato”, sostiene Fossati secondo cui “Il rifiuto di Telco di accettare la proposta di Findim, avanzata nel corso dell’assemblea e tesa ad allargare la rappresentanza delle minoranze in Cda accogliendo 2 candidati della lista di minoranza di Findim sull’integrazione di 7 candidati, garantendo a Telco la maggioranza dei consiglieri, dimostra unicamente, e plasticamente, il controllo di fatto che il socio di maggioranza relativa Telco/Telefonica esercita, e pretende di esercitare, su Telecom Italia”.
Critica anche l’Asati che, per tutelare in modo adeguato le minoranze chiede ora di nominare vicepresidente Lucia Calvosa, una dei tre consiglieri della lista di Assogestioni entrati nel board. “E’ stata persa l’occasione per avviare una fase nuova, che avrebbe rilanciato la crescita dell’azienda e a pagarne le spese sarà ancora Telecom Italia, il suo capitale umano, i piccoli azionisti che rappresentano il 78% – spiega l’associazione – La rigidità dell’azionista di controllo Telco che, trovandosi in conclamata minoranza, ha rifiutato la proposta di compromesso per convergere verso una lista integrativa con cinque consiglieri in quota Telco e due in quota Findim”.
“Cio’ – secondo Asati – avrebbe determinato un concreto cambiamento della corporate governance, nel rispetto degli intenti auspicati e con il chiaro obiettivo, per Telecom Italia, di trasformazione in una public company”. Il neo cda di Telecom è invece composto da 10 consiglieri della lista Telco (tre eletti subito e sette dall’assemblea) e tre di Assogestioni. Franco Lombardi, Presidente di Asati, ritiene “necessario” proseguire nelle “azioni di apertura e sostegno a Patuano e, vista la mancata nomina di Vito Gamberale (lista Findim), per tutelare gli azionisti di minoranza. Motivo per cui si spinge per la scelta di Calvosa alle vicepresidenza.