Non la spunta Telecom Italia. Il Tar del Lazio ha deciso di confermare la maxi multa da oltre 100 milioni di euro inflitta dall’Antitrust a maggio del 2013 – a seguito del ricorso presentato da Wind e Fastweb – per abuso di posizione dominante nella fornitura di servizi di accesso all’ingrosso alla rete e alla banda larga. I legali dell’azienda capitanata da Marco Patuano nell’udienza dello scorso 12 marzo avevano chiesto l’annullamento del provvedimento o, in alternativa una forte riduzione della sanzione. Ma il tribunale amministrativo ha deciso di rigettare entrambe le richieste nella sentenza pubblicata oggi a 45 giorni dall’udienza, come annunciato in occasione dell’udienza.
La sanzione fino ad oggi è stata sospesa, dopo che l’8 gennaio scorso il Tar avveva bloccato l’esecuzione del provvedimento dell’Antitrust rispetto all’esigibilità della multa. La decisione del garante sulla concorrenza era arrivata dopo un’istruttoria di tre anni, al termine della quale l’Authority è giunta alla conclusione che Telecom avrebbe difeso le sue quote di mercato nella fornitura dei servizi di accesso all’ingrosso alla rete locale e alla banda larga ostacolando l’offerta dei concorrenti alla clientela finale.
La maximulta, in tutto di 103,794 milioni di euro, accorpa due sanzioni: 88 milioni dovuti al fatto che secondo il Garante Telecom avrebbe opposto ai concorrenti molti rifiuti di attivazione ingiustificati dei servizi all’ingrosso, e più di 15 milioni perché Telecom avrebbe attuato una politica di sconti alla clientela business, per il servizio di accesso al dettaglio alla rete telefonica fissa, tale da non consentire a un concorrente di operare nello stesso mercato.
Boicottaggio tecnico mediante l’elevato numero di rifiuti di attivazioni di servizi all’ingrosso richiesti dai concorrenti per la fornitura di servizi ai clienti e margin squees attraverso l’applicazione di rilevanti sconti alla clientela business nelle aree aperte all’Unbundling Local Loop, cioè nelle aree ove è fornito ai concorrenti il servizio di accesso al tratto finale di rete verso il cliente, e tale da non consentire agli Olo di competere in maniera efficace: queste secondo il giudice amministrativo le misure messe in atto da Telecom. “In particolare il Tar ha ritenuto che la gestione immotivatamente differenziata della procedura avente ad oggetto le richieste di accesso degli Olo ha dato luogo a vere e proprie discriminazioni di carattere sostanziale, nella misura in cui ha reso più farraginoso e ostacolato il processo di acquisizione dei clienti da parte degli Olo, con grave pregiudizio per la concorrenza”
La maxi sanzione da 103 milioni rischia di lievitare: Vodafone e Fastweb hanno fatto causa contro Telecom Italia chiedendo danni rispettivamente per un miliardo e 1,7 miliardi.