Asati, l’associazione dei piccoli azionisti Telecom Italia, ribadisce la propria richiesta al cda del gruppo, che si riunirà lunedì prossimo per l’approvazione dei conti, di nominare vicepresidente il consigliere Lucia Calvosa (una dei tre consiglieri della lista di Assogestioni entrati nel board) e di assegnarle il ruolo di lead independent director (carica ricoperta prima da Luigi Zingales). La richiesta arriva, scrive Asati in una nota, “in riferimento ai risultati dell’assemblea del 16 aprile scorso che ha visto Telco finire in minoranza, pur eleggendo il Presidente, e Assogestioni risultare la lista più votata”. Calvosa, a cui va il “doveroso riconoscimento all’attivita’ svolta nel precedente consiglio”, è stato il consigliere “piu’ votato”. L’operazione avrebbe il pregio di rimediare a scelte che rappresentano “solo interessi marginali dell’azionariato complessivo. Ricordiamo già nell’assemblea di aprile 2011 come la ripartizione delle deleghe tra presidente e Ad fu un fatto di compromesso che creò molti problemi superati solo da compromessi”.
I fondi esteri, dice l’associazione, che oggi detengono la stragrande maggioranza del capitale della Società, insieme alla Findim e ai piccoli azionisti riuniti in Asati, nell’ultima assemblea hanno inviato, con il loro voto, “un segnale forte e chiaro che non deve assolutamente essere disatteso, per non ricreare intorno alla Società una atmosfera negativa e controproducente come nel recente passato. La nomina della prof.ssa Calvosa ai ruoli sopra indicati sarebbe la migliore garanzia per evitare che ciò non accada e andrebbe certamente nella direzione auspicata dal mercato”.
Asati, augurandosi che al board del 12 maggio “partecipino personalmente tutti i consiglieri per evidenti motivi di etica e professionalita'”, spiega che la nomina della Calvosa “andrebbe certamente nella direzione auspicata dal mercato” e sarebbe la migliore garanzia per evitare di “ricreare intorno alla societa’ una atmosfera negativa e controproducente come nel recente passato”.
L’Associazione conclude chiedendo che cda e collegio sindacale concorrano, su base volontaria, al fondo comune a cui hanno aderito i dirigenti della societa’, devolvendo una quota “significativa del loro compenso annuo”, visti i sacrifici chiesti ad azionisti, dipendenti e anche ai dirigenti, che “hanno dato un piccolo ma significativo segnale di condivisione dei sacrifici imposti ai loro collaboratori”.