Renzi, rivoluzione fisco: “Pagheremo le tasse via sms”

Il premier spinge sulla semplificazione facendo leva sull’adozione del digitale e dell’Ict. Avanti anche su open data e pin unico

Pubblicato il 20 Mag 2014

“Sono convinto che se ci impegniamo le tasse possiamo pagarle con un sms”. Così il premier Matteo Renzi, parlando a “Vita”, a Milano, della semplificazione del sistema fiscale. L’Italia è “un Paese che incasina le cose semplici” ma le tasse bisogna pagarle “con maggiore semplicità”, afferma.

La semplificazione della vita di cittadini e imprese è uno dei “pallini” del premier nonché uno dei pilastri della riforma della Pubblica amministrazione. Riforma che verte su tre pilastri, declinati in ben 44 punti, primo fra tutti quello della semplificazione e digitalizzazione dei servizi. “Possiamo utilizzare le nuove tecnologie per rendere pubblici e comprensibili i dati di spesa e di processo di tutte le amministrazioni centrali e territoriali – aveva spiegato Renzi il 30 aprile scorso, presentando il piano insieme al ministro Marianna Madia – ma anche semplificare la vita del cittadini: mai più code per i certificati, mai più file per pagare una multa, mai più moduli diversi per le diverse amministrazioni”. In questo quadro saranno gli open data e il pin unico (identità digitale) a fare la parte del leone.

In realtà il codice unico di accesso ai servizi pubblici fa parte di un progetto più ampio, già previsto dal decreto del Fare e rilanciato dall’ex commissario per l’Agenda digitale Francesco Caio: il Sistema pubblico per la gestione dell’identità digitale di cittadini e imprese (Spid).

L’iniziativa mira a consentire al cittadino, una volta espletate le procedure di autenticazione con uno dei soggetti coinvolti, di usufruire di tutti i servizi online forniti da tutti gli altri autenticatori che hanno aderito alla rete, senza dover ogni volta adottare una procedura differente. Per fare un esempio: se un utente richiede all’impresa X, autenticatore privato, delle credenziali, potrebbe usarle per accedere ai servizi del Comune Y o dell’amministrazione Z, anch’essi nella rete Spid.

Si verrà dunque a creare una rete di autenticatori, che dovrà sottostare a regole, procedure e controlli delle credenziali e degli strumenti di accesso in rete nei riguardi di cittadini e imprese.

Il decreto attuativo dello Spid sarà pubblicato entro giugno in gazzetta ufficiale. Non appena pubblicato, sarà avviato un progetto Pilota aperto a tutte quelle società che vi vorranno partecipare sia in qualità di Gestori di Identità, sia di Gestori di Servizi. Il Pilota, della durata di sei mesi, sarà particolarmente importante per la finalizzazione delle Regole Tecniche, che dovranno essere emesse entro tre mesi dalla fine del Pilota. L’intenzione del governo è di rendere operativa l’identità digitale a inizio 2014.

Il secondo pilastro della riforma riguarda le persone in un’ottica di innovazione strutturale ricambio generazionale e “mercato” del lavoro della dirigenza. Infine tagli agli sprechi e riorganizzazione dell’amministrazione per evitare altri tagli strutturali. Il governo punta cancellare “i doppioni”, abolendo enti che non servono più e che sono stati pensati più per dare una poltrona agli amici degli amici che per reali esigenze dei cittadini. O che sono semplicemente non più efficienti come nel passato.

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