Il 2009 è stato un anno tra i più difficili per l’economia
mondiale e per quella del nostro Paese, anche se nel complesso il
sistema industriale italiano ha dimostrato una capacità di tenuta
migliore di altri paesi. Il Pil italiano è sceso del 4,5-4,6%
nello scorso anno ma per il 2010, anche se non possiamo ancora
considerare la crisi superata, si iniziano a intravedere i primi
segni di ripresa: le stime di crescita previste sono infatti
dell’1,1%-1,2% e come rappresentante dell’industria dell’Ict
voglio condividere questo cauto ottimismo.
Guardando al mercato italiano dell’Ict, secondo le previsioni
dell’Eito (European Information Technology Observatory), anche se
il 2010 non sancirà una totale ripresa del settore in Europa,
assisteremo a una stabilizzazione del trend negativo del 2009 e si
prevede una crescita dello 0,5%. Il settore delle
telecomunicazioni, impattato come tutti gli altri comparti dalla
crisi, dovrebbe comunque essere quello meno colpito, a
dimostrazione che le prospettive del suo sviluppo di lungo periodo
continuano ad essere positive. La crescita del settore sarà
trainata da quello del mobile broadband, che nelle zone non coperte
dalla rete fissa rappresenta spesso l’alternativa migliore per
accedere ad Internet.
Sicuramente l’attenzione ai costi deve continuare a rimanere una
delle priorità delle aziende italiane per raggiungere una
maggiore efficienza, promuovere la crescita e continuare ad
investire in innovazione. In quest’ottica, per rilanciare la
produttività e favorire la ripresa economica italiana nel 2010,
sarà importante dare slancio agli investimenti, soprattutto
nell’area delle nuove tecnologie e dell’Ict, al fine di
accelerare il processo di innovazione dell’intero Sistema Paese e
garantire approcci omogenei alle soluzioni tecnologiche, ai modelli
di business e alla loro realizzazione. Lo sviluppo di una rete di
nuova generazione e un rilancio nell’offerta di servizi rivolti
a cittadini e imprese rappresentano due priorità per
rilanciare l’innovazione e l’efficienza dell’Italia,
riportandole al livello degli altri paesi europei, e per
rafforzare la competitività del Sistema Paese. I molti casi di
successo italiani anche a livello internazionale e le elevate doti
imprenditoriali e lavorative che possiamo vantare indicano che in
Italia esistono già le basi progettuali su cui fondare una nuova
fase di sviluppo.