Digital Venice sarà per la città di Venezia un banco di prova, ma anche una vetrina importante. Il sindaco, Giorgio Orsoni, ci spiega le motivazioni che l’hanno spinto a puntare su questo evento
Sindaco Orsoni, perché avete deciso di ospitare Digital Venice?
L’economia digitale è la direttrice su cui può costruirsi un nuovo modello di sviluppo economico, e in prospettiva europea anche la riconversione industriale del nostro territorio attraverso l’innovazione. Lo svolgimento a Venezia dell’evento Ue sulle politiche dello sviluppo digitale è un’occasione unica per mettere al centro del dibattito pubblico il tema, e per raccogliere spunti e idee guida per ripensare strategicamente lo sviluppo economico della città, valorizzando gli investimenti già realizzati e indirizzando le politiche industriali verso l’innovazione.
Ospiterete eventi “di contorno” per tutta la settimana. Qual è il senso complessivo?
Oggi, nei paesi che sfruttano intensamente il potenziale delle infrastrutture e dei sistemi di rete, l’economia digitale sta già producendo benefici notevoli in termini di contribuzione diretta al Pil nazionale. Il digitale ha un impatto diretto e indiretto su moltissimi degli elementi di rottura nel sistema economico e sociale del nostro tempo, come la completa ristrutturazione del settore editoriale e dell’industria dello spettacolo, o la rivoluzione del settore turistico e del terziario, o la ristrutturazione del settore commercio. Vogliamo che la città affronti queste sfide da protagonista, raccogliendo qui le migliori intelligenze sul tema.
Qual è il valore aggiunto che può dare Venezia all’evento?
Venezia è una delle città internazionali d’Italia e d’Europa dove storia, bellezza, cultura, ed economia si sono sempre incontrate. E’ un esempio virtuoso e sede ideale, nel contesto europeo, di come una città “antica” possa valorizzare attraverso l’innovazione la sua vocazione culturale, artistica ma anche industriale e commerciale.
La maggior parte degli eventi si svolgerà all’Arsenale. Scelta simbolica?
L’Arsenale è da sempre la “fabbrica della città”, ma per decenni l’uso di questi spazi è stato precluso. Con determinazione, l’anno scorso siamo riusciti a far trasferire questo straordinario patrimonio storico dal Demanio alla città, aprendo per l’Arsenale una prospettiva nuova. Uno dei grandi obiettivi del suo “riuso” è quello di metterlo al centro delle politiche di attrazione di nuovi insediamenti produttivi, anche e soprattutto internazionali, sul terreno dell’innovazione tecnologica e dell’economia digitale.
Darete continuità all’evento?
Vorremmo che Digital Venice fosse il primo appuntamento di una iniziativa da ripetere ogni anno. Ci candidiamo a diventare la Davos del digitale per le politiche dell’innovazione, europee e non solo.
Quali sono gli obiettivi della sua Giunta nel campo dell’Ict, dell’innovazione e della modernizzazione della PA?
Venezia ha investito strategicamente nella realizzazione di una infrastruttura pubblica di rete in fibra ottica. E’ una città con caratteristiche orografiche uniche ed è interamente cablata, dotata di nodi fissi o mobili che possono gestire oltre 200 gigabyte di dati e già utilizzati da oltre 40.000 utenti al giorno. Un’infrastruttura di alta qualità e pubblica unica in Italia e in Europa. Attraverso questa rete, inoltre, Venezia garantisce a tutti i suoi cittadini la piena cittadinanza digitale. Il grande investimento già fatto deve essere messo a valore per lo sviluppo economico del territorio attraverso un percorso di utilizzo delle infrastrutture e del “sistema” digitale per ripensare il modello produttivo, per attrarre investimenti esteri che sappiano iniettare innovazione e nuova occupazione, per rendere l’amministrazione cittadina, e ora metropolitana, sempre più digitale e quindi vicina ai cittadini. Abbiamo avviato un grande piano di integrazione dell’informatica e delle telecomunicazioni dell’intero sistema, in un’ottica di spending review e di maggiore efficienza.