“L’emittente locale sta affrontando un momento di grande difficoltà a causa della contrazione dei ricavi pubblicitari, derivante dalla recessione in atto e dalla concorrenza delle nuove piattaforme a causa delle inaccettabili scelte legislative e regolamentari assunte, a partire da fine 2011, che hanno continuamente rimesso in discussione il percorso fino a quel momento adottato e condiviso, per la transizione al digitale terrestre”. Lo ha detto Marco Rossignoli, coordinatore di Areanti-Corallo e presidente di Aeranti, aprendo i lavori della nona edizione del “Radio Tv Forum” in corso a Roma.
Analizzando la situazione del comparto Tv, Rossignoli ha sottolineato tra le problematiche principali la questione della compatibilità interferenziale con gli Stati esteri confinanti, la regolamentazione sull’ordinamento automatico dei canali, la destinazione della banda 700 Mhz e le modalità di determinazione dei contributi per i diritti di uso delle frequenze e dei diritti amministrativi per lo svolgimento dell’attività di operatore di rete.
Sul caso delle interferenze con l’estero, Rossignoli ha chiesto al Governo “iniziative per la risoluzione del problema, per la compatibilizzazione tra gli impianti in Italia e quelli dei Paesi confinanti. Qualora infatti le ipotesi di esclusione di alcune frequenze dalla pianificazione italiana, all’esame in questi giorni dell’Agcom, trovassero effettivamente applicazione, vi sarebbero decine di imprese televisive locali che non avrebbero più le frequenze sulle quali trasmettere”.
Rossignoli propone così che il ministero segnali all’Agcom soltanto le frequenze “oggetto di situazioni interferenziali ineliminabili”, avviando tavoli tecnici per individuare una soluzione “per la compatibilizzazione degli impianti”. Rossignoli propone inoltre l’assegnazione alle Tv locali delle frequenze che non dovessero andare aggiudicate nella gara.
Rispetto alla destinazione della banda 700 Mhz Rossignoli teme che se venisse assegnata ai servizi di comunicazione mobile questo “avrebbe un impatto estremamente negativo per il settore televisivo” e chiede che l’Italia salvaguardi, “anche oltre il 2020, il ruolo e gli investimenti delle imprese televisive anche per il comparto locale”.
Rispetto alle nuove norme per i contributi del diritto d’uso delle frequenze, Rossignoli dà un giudizio “assolutamente critico” sullo schema di provvedimento su cui l’Agcom ha avviato la consultazione pubblica, “in quanto i criteri previsti generano importi assolutamente insostenibili per l’emittenza locale”.
Chiedendo un “progetto strutturale per l’emittenza locale che permetta di superare l’attuale momento di grande difficoltà”, Rossignoli guarda al futuro, con la necessità per le aziende di “rimettersi in gioco nel contesto delle nuove sfide multimediali”.