Saranno disponibili ancora soltanto per pochi giorni i 40mila video in alta qualità che la Rai ha messo a disposizione su YouTube. Dal primo giugno, infatti, la Rai considererà estinto l’accordo tra viale Mazzini e il portale di proprietà di Google, e la Tv di Stato pensa a nuove prospettive per veicolare online i propri contenuti video.
Ma al di là dei contenuti concessi in via ufficiale a YouTube, sul motore di ricerca per contenuti audiovisivi circolano milioni di video “postati” dai singoli utenti, e dei quali la Rai, proprio come fanno le major del settore, potrebbe richiedere la cancellazione in rispetto del diritto d’autore.
Nell’accordo del 2008, sottolinea Aldo Fontanarosa su Repubblica, le reti della Tv pubblica presero l’impegno di “passare” a Google 7mila video ogni anno, in cambio di un controvalore che si aggirerebbe attorno ai 700mila euro l’anno per la Rai.
Ad annunciare tutte le perplessità della Rai sull’accordo era stato poco meno di un anno fa il direttore generale della Rai, Luigi Gubitosi: “La nostra intenzione è di ridiscutere l’accordo con Google – aveva detto – Tendo a condividere la posizione di Mediaset. Non vedo vantaggi per noi da quell’intesa”.
Il nodo delle trattative nel corso dei mesi, e su cui Gubitosi non è arrivato a un’intesa con Fabio Vaccarono, il country manager di Google per l’Italia, è stata la richiesta della Rai che la raccolta pubblicitaria passasse a Rai Pubblicità.
La prospettiva a questo punto è che la gestione dei video online della Tv di stato venga gestita esclusivamente “in casa”, attraverso il sito Rai.Tv, con la prospettiva che possa generare, secondo le stime che circolano tra gli addetti ai lavori, introiti per un milione e 400mila euro l’anno. E all’orizzonte ci sarebbe anche, oltre alla richiesta di cancellare da Youtube tutti i video Rai, che potenzialmente potrebbe innescare un contenzioso nelle aule di giustizia come quello che ha già visto protagonista Mediaset, la possibilità di un accordo diverso con i concorrenti di Msn Microsoft, con l’ok a mantenere in Rai la raccolta delle pubblicità.