“L’ho detto talmente tante volte: Tim Brasil per noi è un core asset quindi come tale lo stiamo gestendo”. Lo ha affermato l’amministratore delegato di Telecom Italia, Marco Patuano interpellato, sulle nuove indiscrezioni di stampa in merito alla controllata brasiliana.
Intanto tornano i rumors sulla vendita di Tim Brasil e questa volta a schierarsi contro il possibile consolidamento del mercato delle Tlc brasiliane è Global Village Telecom (Gvt), l’operatore di banda larga che fa capo a Vivendi, a sua volta chiamato in causa per una possibile aggregazione con la controllata di Telecom Italia.
“L’‘idea di dividere Tim Brasil e vendere le 3 parti ai 3 peggiori operatori mobili è impensabile nel corrente scenario delle Tlc in Brasile, porterebbe un aumento dei prezzi, diminuzione della qualità del servizio e inferiori investimenti nel settore, che già sono arretrati se comparati ai benchmark internazionali su prezzi e qualità” dichiara Gvt davanti alle speculazioni dei giorni scorsi secondo cui Telefonica, che di Telco è il primo azionista e in trasparenza controllerebbe il 15% di Telecom, penserebbe di risolvere i suoi problemi con l’Antitrust brasiliano dividendo Tim tra Vivo (sempre parte del gruppo spagnolo), Oi (che si sta fondendo con Portugal Telecom) e la Claro di Carlos Slim (America Movil).
Sarebbe “una cattiva notizia per i consumatori come per l’economia e crediamo che il regolatore e il governo non lo consentirebbero, non dovrebbero consentirlo” prosegue Gvt campo “promettendo di scendere in campo per difendere la concorrenza nel settore Tlc”, se necessario al fianco dell’Anatel, l’autorità brasiliana per le Tlc.
Secondo gli analisti un deal di questo genere avrebbe senso. Gli esperti di Mediobanca Securities giudicano attraente, da un punto di vista industriale, la possibile fusione in quanto permetterebbe di creare un leader nel mercato telefonico brasiliano. Dall’altro lato la potenziale cessione di Tim Brasil sarebbe un modo rapido per ridurre il debito dell’azienda italiana. Gli analisti, in ogni caso, continuano a vedere la possibile concentrazione del mercato in America Latina come un’opzione fattibile.
Anche i sindacati considerano l’operazione Tim Brasil-Gvt un volano per il business di Telecom. Per Michele Azzola, segretario nazionale Slcl Cgil, si tratta di un’operazione di gran buon senso”.
“L’operazione – spiega il sindacalista al Corriere delle Comunicazioni – avrebbe il duplice vantaggio di creare una realtà solida in grado di competere in Brasile nel lungo periodo e allo stesso tempo far trovare pronta Telecom Italia quando inizierà il processo di consolidamento in Europa, dato che sarà già rodata un’alleanza italo-francese (Gvt è di proprietà del gruppo francese Vivendi ndr).
Salvo Ugliarolo, segretario nazionale Uilcom, reputa “l’operazione interessante” a patto che “vada a rafforzare le capacità di investimento di Telecom Italia in Brasile, un mercato che è cresciuto a ritmi vertiginosi ma che ora sta rallentando e sul quale serve dirottare notevoli risorse”.
Per Giorgio Serao, segretario nazionale Fistel, “ogni operazione industriale che rafforza la strategicità internazionale di Telecom va vista di buon occhio”. Per la Fistel “Tim Brasil è un asset strategico che va rafforzato per aumentare anche la capacità di TI di generare ricavi”.