L‘Anci chiede un incontro al ministro della PA e Semplificazione, Marianna Madia per discutere di Agenda digitale. “I Comuni italiani sono soggetti fondamentali nel percorso di completa realizzazione dell’amministrazione digitale, grazie al loro ruolo di principale front office verso i cittadini per l’erogazione di servizi pubblici – si legge nella letta inviata a Palazzo Vidoni – Saremmo pertanto lieti di poterla incontrare a breve per un momento di confronto sulle possibili iniziative che potremmo porre in essere nei prossimi mesi”. La missiva è firmata dal presidente dell’Anci Piero Fassino e dal delegato all’Innovazione, Michele Zuin.
Sulla riforma della PA le autonomie stanno cercando l’intesa con il governo. Sul fronte digitalizzazione e open data Regioni e Comuni chiedono di prevedere risorse aggiuntive e di focalizzarsi sui benefici per i cittadini piuttosto che per gli uffici pubblici.
I rappresentanti della autonomie locali, con i quali il sottosegretario alla PA e Semplificazione Angelo Rughetti sta tenendo i contatti per conto del governo alla stesura di un documento comune che verrà inviato poi anche ai sindacati in vista del Consiglio dei ministri del 13 giugno.
E proprio sul tema della PA digitale è intervenuto lo stesso Rughetti. “La PA non è un monolite ma una organizzazione complessa e quindi qualunque sforzo deve essere messo in campo con azioni sinergiche e avendo obiettivi condivisi a tutti i livelli per superare le situazioni di stallo che spesso, in questi ultimi anni, si sono determinate nel processo di realizzazione di una PA digitale – ha scritto il sottosegretario in una lettera destinata agli organizzatori del Convegno organizzato nell’ambito del ForumPA .
“Su questo tema – ha anticipato il sottosegretario – stiamo lavorando con le autonomie territoriali, i comuni, le regioni per definire una strategia condivisa e finalizzata ad un obiettivo chiaro e preciso: puntiamo alla digitalizzazione come unico forma di dialogo fra PA, cittadini ed imprese”.
“L’Italia – ha spiegato Rughetti – è agli ultimi posti in Europa per quanto riguarda le competenze digitali; tutti i report internazionali ci posizionano tra i Paesi che, privi di una strategia nazionale, se non correranno ai ripari, finiranno per perdere ulteriori posizioni. Le ragioni di questo ritardo sono molteplici e complesse”. La risposta è poter arrivare a “parlare la stessa lingua” nei rapporti informatici con i privati individuando le linee di intervento prioritarie di cui il sistema pubblico si fa carico per evitare che vi siano degli ostacoli che “limitino il normale sviluppo della persona umana”.
“Gli obiettivi condivisi- ha concluso il sottosegretario- riguardano la diffusione della banda ultra larga su tutto il territorio nazionale, la diffusione della identità digitale (Pin unico), l’implementazione dell’Anagrafe Nazionale Popolazione Residente, la predisposizione di un sistema unico dei pagamenti on line, la standardizzazione dei data base e razionalizzazione dei sistemi operativi, l’organizzazione di un sistema di sicurezza che garantisca la privacy per ogni cittadino. Il tutto entro i prossimi due anni”.