Ci siamo. La fatturazione elettronica diventa realtà:oggi 6 giugno scatta l’obbligo per i fornitori della PA centrale (ministeri e agenzie fiscali). Il progetto, una delle teste d’ariete dell’Agenda digitale insieme al Pin unico e all’anagrafe nazionale, su cui il governo sta spingendo l’acceleratore per efficientare la macchina burocratica, anche sul fronte risparmi.
Secondo le stime dell’Osservatorio Fatturazione Elettronica e Dematerializzazione della School of Management del Politecnico di Milano, i risparmi complessivi prodotti dall’e-invoicing ammontano a circa sei miliardi di euro
Dall’introduzione della fatturazione elettronica verso la PA si possono ottenere risparmi diretti di oltre 1 miliardo di euro l’anno, se consideriamo solo gli impatti interni alle PA, e circa 1,6 miliardi di euro l’anno, considerando anche i potenziali effetti positivi sui fornitori della PA stessa. Ma nell’ipotesi che, a partire da questo obbligo, la fatturazione elettronica si diffonda anche solo nel 20% dei rapporti tra imprese si potrebbero conseguire recuperi di efficienza parti ad ulteriori 3 miliardi di euro per il Sistema Paese. Un valore che può crescere anche di circa quattro volte se la digitalizzazione investisse non solo la fattura, ma tutti gli scambi informativi del ciclo dell’ordine. E che arriverebbe addirittura a 60 miliardi di euro di risparmi complessivi nel caso in cui l’adozione fosse estesa a tutte le relazioni tra gli attori economici del Paese, ovvero sia tra le imprese, che tra queste e la PA.
Numeri che raccontano la forte valenza innovativa e anticliclica della fatturazione elettronica che sarà strumento anche per mettere in campo pilituche di spending review più efficaci dei meri tagli lineari.
La PA ha messo in campo l’artiglieria pesante per farsi trovare pronta all’appuntamento: Sogei ha sviluppato un’unica infrastruttura di interscambio centralizzata – si tratta dell’Sdi-Sistema di Interscambio della Fatturazione Elettronica – in grado di acquisire le fatture elettroniche da tutti i fornitori e smistarle per via telematica agli uffici destinatari allocati nell’ambito delle amministrazioni. Il sito “FatturaPA”, inoltre, contiene ogni utile supporto tecnico e normativo per la gestione del colloquio con tale sistema.
Le agenzie fiscali e gli enti previdenziali hanno già completato il caricamento degli uffici, nei tempi stabiliti dal decreto (6 marzo 2014, ndr) e hanno comunicato i codici destinatari di fattura elettronica ai propri fornitori. Per fare fronte a eventuali inadempienze l’Agenzia per l’Italia digitale ha inserito nella banca dati Ipa 18.712 uffici denominati Uff_eFatturaPA, proprio per evitare che le imprese non possano inviare fatture per inadempienza delle PA. L’Ufficio di fatturazione elettronica “centrale” potrà essere utilizzato dai fornitori per inviare la fattura via Pec agli uffici qualora non riesca ad identificare l’ufficio destinatario di fattura.
E cospicui vantaggi economici si riscontrano anche sul versante imprese: si stima un risparmio di 7 euro a fattura se gestita in formato elettronico e 5,2 euro per ogni singolo documento vidimato con una firma elettronica. Non poco se si considera che sono 60 milioni di fatture scambiate all’anno per un valore di 135 miliardi di acquisti.
La fatturazione elettronica nelle PA centrale sarà dunque il bando di prova di un progetto paese. Non è caso che il premier Matteo Renzi abbia voluto anticipare da giugno 2015 a marzo 2015 l’obbligo per i fornitori della PA locali e spingere , nel secondo pacchetto di decreti attuativi alla delega fiscale previsti per settembre, anche sul fronte imprese. Il governo ipotizza un sistema fortemente premiale, con l’immediato incasso dei crediti fiscali e procedure amministrative semplificate.